Antrodoco, l’ex sindaco Grassi nei guai per la surroga del consigliere Fleming

Sandro Grassi
RIETI - Si deciderà a dicembre sulle richieste di rinvio a giudizio depositate dal pubblico ministero nei confronti di Sandro Grassi, Fabrizio Pascasi e Alfio Leonardi...

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RIETI - Si deciderà a dicembre sulle richieste di rinvio a giudizio depositate dal pubblico ministero nei confronti di Sandro Grassi, Fabrizio Pascasi e Alfio Leonardi rispetto all’ipotesi accusatoria di falso ideologico in atto pubblico. Una vicenda che risale al 2012, quando l’attuale coordinatore di Forza Italia, Sandro Grassi, era alla guida del Comune di Antrodoco mentre Pascasi e Leonardi, rispettivamente, ricoprivano le cariche di presidente del consiglio e segretario comunale.


LA DINAMICA
Le indagini della Procura reatina si sono focalizzate su una deliberazione comunale, scattate dalla denuncia di due consiglieri di minoranza, Andrea Gianni e Domenico Brandelli, secondo i quali l’atto deliberativo di surroga di un consigliere comunale dimissionario avrebbe fatto ravvisare delle irregolarità procedurali quale atto giuridico imputato all’organo collegiale dell’assise comunale.

In particolare, l’episodio finito al vaglio della Procura è stata la procedura di surroga del consigliere dimissionario Paolo Anthony Fleming al quale sarebbe poi - come da normativa - subentrato il primo consigliere dei non eletti della stessa lista. Agli atti del fascicolo una registrazione audio e il brogliaccio del Comune poi sequestrato dai carabinieri dopo la denuncia. In sostanza, per la minoranza quella votazione di surroga non sarebbe mai avvenuta e il falso in atto pubblico si sarebbe in particolare materializzato con l’invio al Prefetto della comunicazione dell’avvenuta votazione.


Al contrario, per la controparte, tutto sarebbe riconducibile ad una circostanza di particolare tenuità: non si avrebbe dato conto, nero su bianco nella delibera, del nome e del numero dei partecipanti al voto nonostante la votazione unanime che ebbe luogo in assise. Sarà il Gup, dopo aver ascoltato le parti e aver preso visione del fascicolo delle indagini preliminari, a valutare i presupposti per accogliere o meno la richiesta formulata dal pm. Qualora avesse luogo un processo - essendo i fatti risalenti al 2012 - i reati verrebbero con probabilità «archiviati» dalla prescrizione.
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Il Messaggero