Montasola, progetto per un forno crematorio. Il sindaco: «La sicurezza è tutelata»

Montasola
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RIETI - «Veniamo accusati di voler inquinare il nostro territorio. È una cosa bruttissima e falsa. Abbiamo agito per interesse collettivo». Il sindaco di Montasola, Vincenzo Leti, va dritto al punto e risponde alla petizione contro la costruzione del forno crematorio a Montasola. Il sindaco replica al “Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Montasola”, che ha lanciato una raccolta firme e una petizione on-line per chiedere di bloccare la costruzione dell’impianto. Botta e risposta per ora solo a distanza, con il primo confronto faccia a faccia che dovrebbe arrivare a breve. «Presenteremo il progetto in assemblea pubblica riservata ai residenti il 23 aprile, in cui inviteremo anche i sindaci di zona», annuncia Leti.

Atmosfera tesa. In paese la situazione da qualche tempo è piuttosto tesa. A fine novembre, il sindaco aveva inviato una lettera ad alcuni cittadini, mettendo in conoscenza prefetto, questore e comandante dei carabinieri, chiedendo conto dell’avvio di una raccolta firme e per far luce su notizie, a suo dire, inesatte che stavano circolando in paese, relativamente al forno crematorio. «Si parlava di rischio inquinamento - spiega Leti - e io avevo chiesto che le persone venissero a parlare con me, anche costituendosi in forma associativa. Perché nessuno è mai venuto? Si parlava senza basarsi su dati scientifici. Volevamo e vogliamo evitare un allarme sociale ingiustificato». Il Comitato si è poi costituito, aprendo un sito internet e avviando la petizione. Il punto su cui Leti ribatte è quello della sicurezza. «Abbiamo valutato l’impatto ambientale - spiega il sindaco - e abbiamo avuto ampie rassicurazioni. Verranno messe centraline di rilevazione e faremo un’appendice al contratto per obbligare il gestore al rispetto dei controlli. Inseriremo le richieste di analisi sui prodotti finiti, ad esempio sull’olio, per verificare che non ci sia impatto e faremo una commissione permanente con tecnici e rappresentanti del Comune e dei cittadini». Tutto trasparente e sicuro, quindi. Anche se la legge non lo prevede, per evitare polemiche e tensioni in un piccolo centro, non sarebbe stato meglio fare prima l’assemblea pubblica e poi il passaggio in Consiglio Comunale del progetto del forno crematorio? «Non avevamo niente in mano dal punto di vista tecnico - conclude Leti - soprattutto per ciò che riguarda i parametri inquinanti. Ora abbiamo un progetto e tutti i dati. Abbiamo seguito il presupposto della buona amministrazione, lavorando per un interesse collettivo. Questa è la nostra terra e non si può pensare che la vogliamo inquinare».

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Il Messaggero