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RIETI - Luoghi incantevoli e il fascino di una spiritualità che resta nel tempo: sono le caratteristiche che portano ogni anno migliaia di pellegrini e turisti a visitare i 4 Santuari della Valle Santa. Ad accogliere fedeli e turisti c’è anche Frate Stefano, viterbese di origine, che dopo 6 anni di permanenza tra i Santuari di Greccio e Fonte Colombo si sente di casa nel Reatino.
Tanti i turisti, anche stranieri, che frate Stefano guida nel Santuario di Fonte Colombo, dove risiede ora, raccontandone la storia e diversi aneddoti legati a S. Francesco. «Proprio in questi giorni ho accolto un gruppo di fedeli proveniente da Nagasaki e altri ancora dall’Asia, ma capitano spesso anche persone non credenti, così come scolaresche e avventori da tutto il mondo – racconta – Tutti rimangono affascinati dalla spiritualità del luogo».
È proprio a Fonte Colombo, infatti, che S.
Solo uno dei tanti aneddoti legati a S. Francesco e a Fonte Colombo in particolare, con cui Frate Stefano intrattiene i turisti, sottolineando anche l’importante ruolo religioso dei Santuari e della stessa figura di Francesco: «Oggi si tende a considerare questo Santo come un semplice missionario, spesso ci si dimentica che le sue buone azioni erano guidate da Cristo, che lui stesso amava la Chiesa e voleva farne parte – afferma – è impossibile capire S. Francesco senza comprendere la religione, anche per un fatto di cultura al di fuori della fede”. Oltre alla spiritualità e alla storia, quello che attrae tanti visitatori al Santuario di Fonte Colombo sono le bellezze artistiche della sua chiesa: “Mi capita spesso di mostrare ai turisti le vetrate della chiesa: furono donate da Mattia Battistini nel secolo scorso, dopo essere state realizzate da Duilio Cambellotti, e raffigurano alcune scene di vita del Santo».
Tappa fissa, nei tour di Frate Stefano, è poi la grotta dove S. Francesco si ritirava in preghiera, luogo dal fascino magnetico e un altro degli aspetti che lega particolarmente il frate viterbese al nostro territorio: «Per noi francescani esistono dei luoghi che sono casa, come Assisi e la Valle Santa. Per me Fonte Colombo e Rieti sono come un grembo: qui ho capito quale era la mia vocazione, circa trent’anni fa, quando ero venticinquenne. È uno di quei posti che i frati vivono con particolare sentimento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero