RIETI - La Fondazione Varrone cerca restauratori reatini per avviare l’annunciato piano di recupero e valorizzazione dei beni culturali mobili recuperati dopo il terremoto...
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"La sede di lavoro - spiega una nota della Fondazione Varrone - sarà a Rieti, a piazza Vittorio Emanuele II, negli spazi dell’ex filiale di Intesa Sanpaolo. Una scelta non casuale, quella di Palazzo Dosi, condivisa dalla Fondazione con le Soprintendenze interessate e la Diocesi per dare al lavoro di recupero dei beni culturali del cratere la centralità e la visibilità che merita, anche come segnale di speranza per le comunità più colpite dal sisma.
Una cinquantina le opere – tra tele, pale d’altare, reliquiari, tabernacoli e croci - già selezionate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Lazio per essere avviate al laboratorio di restauro reatino voluto e finanziato dalla Fondazione Varrone. Tra queste la Sacra Famiglia con San Giovannino di Cola dell’Amatrice, che era esposta al museo civico di Amatrice, il celeberrimo reliquiario della Filetta, la Madonna di Cossito, le croci di Pietro Paolo Vannini, la Madonna del Latte e la Madonna in trono con Bambino, che erano nel Palazzo del Podestà di Accumoli, la tela di Sant’Emidio proveniente dalla chiesa di San Francesco di Accumoli.
Queste e altre opere recuperate dal MiBac e ricoverate nei depositi di Rieti e Cittaducale, confluiranno nella mostra “Memorie, arte e devozione ai piedi della Laga” che sarà allestita a Palazzo Potenziani nel marzo 2020. Mostra che sarà preceduta dalla pubblicazione del libro, edito da Electa Mondadori, ugualmente dedicato al patrimonio culturale dei comuni del cratere". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero