RIETI - Sono giorni di analisi del voto serrate nel centrosinistra farense, ancora stordito dal secondo posto incassato dalla lista FaraMerita guidata da Vincenzo Mazzeo staccato...
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Il partito socialista coordinato a Fara Sabina da Gabriele Di Carlo rientra tra i critici costruttivi. I socialisti hanno sostenuto dall’esterno (senza candidati) la lista FaraMerita e oggi partono dal dato della sconfitta, tentando di risalire alle cause e rilanciando l’dea di trasformare FaraMerita in un laboratorio da cui ricostruire il futuro del centrosinistra farense.
“Vogliamo ringraziare i candidati consiglieri della lista FaraMerita – esordisce Gabriele Di Carlo - Il loro impegno e la loro dedizione alla causa rappresentano i valori su cui ricostruire la sinistra a Fara Sabina. Desideriamo sottolineare l’atteggiamento di grande responsabilità e coerenza dei socialisti di Fara Sabina. Nonostante avessimo dei dissensi all’interno della coalizione, abbiamo ritenuto opportuno sostenere la lista con tutte le nostre forze. Questo è un elemento che ci differenzia dalle scelte di altri. Riteniamo però che addossare la colpa della sconfitta al mancato apporto degli ex consiglieri di Fara Bene Comune sia il frutto di un’analisi superficiale”. Secondo i socialisti i problemi sono vecchi di anni. “Il centrosinistra paga divisioni ben più profonde che nascono all’interno della vecchia classe dirigente – continua il coordinatore -. Sono ormai 15 anni (elezioni 2006) che queste lacerazioni non ci permettono di costruire una squadra innovativa dal punto di vista amministrativo e vincente dal punto di vista elettorale”.
Per Di Carlo si deve ripartire da FaraMerita “trasformandola come promesso in campagna elettorale in un laboratorio all’interno del quale costruire il futuro. Un laboratorio politico per Fara, sempre aperto e non da aprire a qualche mese dalla scadenza elettorale. Il futuro non si può creare unicamente a partire da una cerchia ristretta magari rinchiusa per cinque anni all’interno del consiglio comunale. I fatti recenti dimostrano esattamente questo. Occorre costruirlo all’interno della nostra comunità, tra i nostri concittadini”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero