Piano regolatore di Fara Sabina, si riunisce la commissione. Desideri: «C'era uno studio dell'Università di cui non si ha più notizia»

Fara Sabina
RIETI - È convocata per il 21 dicembre alle ore 17 la seconda commissione consiliare urbanistica che avrà come oggetto il futuro piano regolatore di Fara Sabina....

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RIETI - È convocata per il 21 dicembre alle ore 17 la seconda commissione consiliare urbanistica che avrà come oggetto il futuro piano regolatore di Fara Sabina. Strumento per il quale la minoranza del Pd – Fara progressista ha chiesto ripetutamente (fino ad abbandonare la seduta consiliare di fronte all’ennesimo diniego della maggioranza) di aprire alle opposizione la discussione e la partecipazione sul piano, portandolo in Consiglio comunale a stretto giro. In Consiglio ancora il tema non è arrivato, ma in compenso è stata fissata la data della riunione di commissione.

La sindaca Roberta Cuneo e l’assessore Giacomo Corradini avevano infatti finora ritenuto opportuno di seguire un iter diverso privilegiando, prima delle commissioni e del Consiglio, le riunioni con i tecnici e successivamente prevedere altri incontri pubblici sui territori. Ma quello del piano regolatore è un argomento molto sentito nel secondo comune della provincia visto che l’ultimo piano risale a oltre 35 anni fa.

Nel frattempo Fara è completamente mutata, la richiesta abitativa è aumentata a livello esponenziale vista la presenza, a Passo Corese, del più grande polo della logistica del centro Italia, e tutti vogliono capire come il territorio verrà ridisegnato, magari anche apportando contributi.

Uno di contributi in questione dovrebbe giacere ancora nei cassetti del municipio farense, laddove lo lasciò l’allora assessore all’Urbanistica della Giunta Mazzeo, Gaetano Desideri, fratello gemello dell’attuale consigliere di minoranza Carlo. “Dopo il conferimento dell'incarico al dipartimento di studi urbani dell’Università Roma Tre – ricorda Gaetano Desideri - venne istituito l'Ufficio di Piano con il contributo anche dell'ufficio tecnico e ci fu un lavoro preliminare di "collazione" di tutti gli strumenti urbanistici, comunali e sovracomunali, già definiti e in via di attuazione. Questo ha portato all'approvazione della presa d'atto del piano regolatore generale su base catastale, uno strumento che prima mancava e che è tutt’ora a disposizione del Comune. Come studi preliminari vennero realizzate le relazioni di competenza da parte dei tecnici incaricati e che facevano parte del costituito Ufficio di Piano, ovvero quelle geologica, agro-forestale, archeologica e usi civici. Vennero organizzati incontri in tutte le frazioni con i cittadini per illustrare il lavoro parziale effettuato, gli intendimenti dell'Amministrazione e recepire istanze, oltre ad attivare un forum online attraverso il quale i cittadini, previa iscrizione, potevano fare pervenire riflessioni e porre quesiti. Il lavoro era già in stato avanzato e da lì a poco avrebbe consentito di deliberare la variante generale al piano regolatore generale, ma pochi mesi dopo l’Amministrazione Basilicata decise di rescindere in contratto con l'università, pagando comunque quanto dovuto. Il resto– conclude l’ex assessore all’Urbanistica - è cosa nota: sul prg non si è più mossa foglia”. Neanche dello studio dell’università si è più saputo nulla, chissà che non arrivi qualche chiarimento in merito nella prossima commissione urbanistica.

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Il Messaggero