Fara Sabina, canile a 500 chilometri, protesta degli animalisti

Un canile
FARA SABINA - C'è da sperare che i cani randagi catturati sul territorio comunale di Fara Sabina non soffrano il mal d'auto, visto che dovranno viaggiare ben cinque...

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FARA SABINA - C'è da sperare che i cani randagi catturati sul territorio comunale di Fara Sabina non soffrano il mal d'auto, visto che dovranno viaggiare ben cinque ore prima di arrivare nel nuovo canile che li accoglierà. Sì perché la società Argo srl che si è aggiudicato per 18 mesi il servizio di ricovero e mantenimento dei cani randagi catturati a Fara opera a Matera, in Basilicata. Una complicanza logistica che ingarbuglia una situazione già resa complessa dall'anomalia scattata a seguito del forte ribasso d'asta pari al 16% praticato dalla ditta vincitrice e che è oggetto di verifica da parte dell'Ente (come avvenuto per la gara sulla refezione scolastica). In più, la gara a procedura negoziata indetta dal Comune di Fara Sabina, secondo un gruppo di associazioni animaliste della provincia di Rieti e Terni (Wwf Terni, Amici di Fiocco, Volontarie Rieti) cui si è fatta portavoce l'associazione «Il guardiano dell'ombra» di Micigliano, sarebbe in contrasto con le normative stabilite in materia della Regione. Così l'associazione ha inviato una nota all'Ente chiedendo il ritiro della procedura negoziata dicendosi disponibile a collaborare ad una nuova stesura dei documenti di appalto e presentando istanza di accesso a verbali di gara, provvedimento di nomina della commissione di gara, documentazione amministrativa e offerta tecnica presentata dai concorrenti e giustificativi prodotti dalla ditta vincitrice.


LA SITUAZIONE

Se le cose resteranno così, i 54 cani attualmente ricoverati presso il canile di Stroncone (Terni) dovranno essere trasferiti a Matera (a meno che la società vincitrice non decida di trovare un sito più vicino a Fara, cosa che non sembra prevista) così come quelli che verranno catturati in futuro. Anche se in quel caso non si sa chi sarà incaricato del trasporto (oggi gestito dalla Asl al momento della cattura). Uno degli aspetti, questo, che cozzerebbe con le disposizioni regionali. Ecco perché «Il guardiano dell'ombra» chiede di riformulare il bando tenendo conto che «l'ubicazione della struttura deve essere in ambito provinciale o regionale o comunque deve garantire la massima riduzione degli spostamenti, per creare minore stress da trasporto agli animali, incentivare le adozioni e dare maggiore possibilità di restituzione dell'animale al proprietario». Altri criteri riguardano protocolli di adozione coordinati con le associazioni di volontariato, l'apertura al pubblico per tre giorni a settimana per quattro ore al giorno e l'accesso alle associazioni di volontariato del territorio che, però, vista la distanza di quasi 500 chilometri del nuovo canile, sarebbe impossibile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero