Fara Sabina, maggioranza avanti in ordine sparso Intanto sui social si accende lo scontro

Fara Sabina
RIETI - Maggioranza avanti in ordine sparso a Fara Sabina. E Intanto sui social si accende lo scontro. Puntano sul basso...

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RIETI - Maggioranza avanti in ordine sparso a Fara Sabina. E Intanto sui social si accende lo scontro.

Puntano sul basso profilo, i membri del gruppo Noi Fara. Quasi fossero in attesa della prossima mossa degli ormai avversari di Fara 3.0 e Fratelli d’Italia e non volessero fornire assist. Chiaramente seguendo le regole che far parte di un cerchio magico impone: attenersi alla linea del primo cittadino. Guidato dal vicesindaco Marco Marinangeli, Noi Fara è composto oltre che da Basilicata, da Maria Di Giovambattista, Emanuele Testa e, per ora, da Tony La Torre. Qui, il condizionale è d’obbligo visto che il forzista, estromesso a dicembre dalla giunta, potrebbe anche decidere di passare con il “nemico”. Nel frattempo, quindi, meglio restare ben coperti sotto le ali del sindaco, come da tradizione. «Abbiamo deciso - spiega Marinangeli - di non rilasciare ulteriori dichiarazioni. Nel nostro gruppo ha chiarito la posizione il sindaco e noi seguiamo la sua linea. Per noi resta prioritario l’interesse di Fara, che viene sempre al primo posto». Passo e chiudo.

L'attesa

Intanto, mentre cresce l’attesa per quello che accadrà all’interno del palazzo comunale, per capire se Cuneo e Corradini si decidano a scatenare l’inferno, sui social impazza il dibattito. Fabio Bertini punta il dito contro i consiglieri di minoranza che hanno presentato la mozione di sfiducia. «Leggere commenti di alcuni membri della minoranza mi fa sorridere - commenta il coordinatore della Lega di Fara e membro di Fara 3.0. - Distorcere, sminuire, ridurre a futili motivi l’uscita dei nostri due assessori dalla giunta è veramente semplicistico e dimostra ancora una volta il vostro modo di fare politica. Ci accusate di essere degli irresponsabili e ora che fate? Presentate una mozione di sfiducia? Poi saremmo noi gli irresponsabili?». Nel giro di poco arriva la risposta a distanza di Danilo Maestri di Fara bene comune, che dalla sua bacheca sostiene che «la mozione di sfiducia non è la prova di forza della minoranza, ma è una strada per tornare a camminare dopo mesi di assoluto immobilismo di questa giunta litigiosa, troppo concentrata su se stessa, poco sui cittadini e sulle cose da fare. Restituire le deleghe e continuare a svolgere il ruolo di sodale, scaricando la responsabilità sulla minoranza è ridicolo. Dicano ciò che è accaduto e cosa sta accadendo. Farci credere che hanno lasciato i cittadini in braghe di tela perché il sindaco ha voluto comprare un termometro - conclude Maestri - è assurdo, come lo è affermare di dimettersi perché non c’è accordo sulle politiche adottate nell’emergenza Covid, tralasciando i 9 anni di totale condivisione che hanno portato Fara nello stato che oggi è sotto gli occhi di tutti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero