Fara Sabina, casa inadatta per una famiglia: due le proposte dell'Ater

L'intervento di soccorso lo scorso 6 ottobre
RIETI - Eppur si muove. Non c’è ancora una soluzione definitiva, ma per la signora Stefania che vive insieme ai due figli disabili in un alloggio inadeguato alle loro...

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RIETI - Eppur si muove. Non c’è ancora una soluzione definitiva, ma per la signora Stefania che vive insieme ai due figli disabili in un alloggio inadeguato alle loro esigenze, situato nel complesso Ater di Canneto, si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. Il figlio di 30 anni, a seguito di un malore avuto il 6 ottobre, ha rischiato di rimanere intrappolato in casa, se non fossero intervenuti con un’autoscala i vigili del fuoco e lo avessero tirato fuori dalla finestra. La scala a gomito che collega la zona giorno a quella notte misura appena 60 centimetri, uno spazio troppo stretto sia per la signora Stefania che per i figli disabili, sia per i soccorritori.

L'appello. Da più di un anno, attraverso le colonne di questa testata, la donna rivolge un appello accorato all’Ater di Rieti per ottenere un altro alloggio, adatto alle esigenze dei suoi ragazzi e dopo la pubblicazione da parte de Il Messaggero del dramma vissuto nella notte del 6 ottobre, del caso si è occupata anche la trasmissione di Rai 1 “La Vita in diretta”, condotta da Alberto Matano, che ha dedicato alla storia di mamma Stefania due servizi. Mercoledì, nella puntata, è stato ascoltato anche il presidente Ater Giancarlo Cricchi, che ha avanzato due proposte: realizzare un bagno per disabili al piano terra o prevedere un cambio con un alloggio di 62 metri quadrati, molto più piccolo dell’attuale che ne misura 98. «Temporaneamente - dichiara la signora Stefania - a noi va bene che venga realizzato un bagno disabili al pian terreno, ma poi abbiamo bisogno di una soluzione definitiva, che permetta a mio figlio di condurre una vita degna di questo nome e di uscire dall’isolamento in cui è costretto, non potendo scendere da quella scala strettissima che è un pericolo per lui e per noi. L’appartamento che ci hanno proposto - prosegue Stefania - nella frazione di Talocci, però, non può essere la giusta alternativa perché è molto piccolo e soprattutto perché si sviluppa, esattamente come questo, su due livelli collegati da una scala. Andare in quell’alloggio significherebbe non risolvere nulla e continuare a vivere una vita di inferno. In più, dobbiamo avere certezza che l’appartamento, oltre a essere ubicato su un unico piano, non abbia problemi di muffa (come quelli di Corese Terra, ndr.), perché mia figlia è asmatica e rischierebbe di andare in crisi respiratoria». Non ci sono ancora date certe, ma l’impegno dell’Ater è di svolgere i primi sopralluoghi entro questa settimana, al fine di avviare in tempi brevi le opere per la realizzazione del nuovo bagno.

 

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Il Messaggero