Rieti, l'edicola "Il Girasole" del centro riapre grazie alla tenacia di Alessia

Alessia Pezzotti, edicolante
RIETI - «Le donne lo sanno, c’è poco da fare, lo sanno comunque per prime». Viene in mente una canzone di Ligabue, guardando la tenacia di Alessia...

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RIETI - «Le donne lo sanno, c’è poco da fare, lo sanno comunque per prime». Viene in mente una canzone di Ligabue, guardando la tenacia di Alessia Pezzotti, 50 anni e tre figli, vedova dallo scorso 31 luglio. «Proprio il giorno in cui se n’è andato avremmo festeggiato i 32 anni insieme: l’ho sposato che avevo 18 anni, siamo cresciuti insieme».


Paolo Benedetti, edicolante di largo Santa Barbara, è morto nel sonno a soli 56 anni, senza poter riaprire la sua amata edicola “Il Girasole”, punto di riferimento del centro città. Quella serranda Alessia l’ha tirata di nuovo su ieri mattina, insieme al figlio Alessio.

Il racconto. «È stata dura, sono passati solo dieci giorni. Ma era tempo di farlo: qui tutto parla di lui, è difficile e tanto doloroso, ma non ci sono alternative». Ci sono gli scarichi da fare, la cassa da sistemare. Ieri è stata una giornata di assestamento, ma la decisione è presa, e da oggi dietro il bancone ci sarà Alessia. «A volte lavoravo con mio marito, ma non conosco tutte le pieghe di questo mestiere. Non sarà semplice, ma ho i miei angeli custodi che non finirò mai di ringraziare». Insieme a lei c’era Luca, dell’edicola di via Molino della Salce, c’era Paola, moglie dell’edicolante di piazza Cavour, c’era Gianna del Sindacato nazionale giornalai d’Italia, di cui Paolo era parte attiva nel direttivo di Rieti. «Non solo mi stanno aiutando tutti a turno a comprendere bene come funziona l’attività, ma anche materialmente a mettere a posto l’edicola. Quando ho riaperto c’era moltissimo lavoro arretrato, si sono rimboccati le maniche per supportarmi», dice Alessia.


Ogni tanto le esce qualche lacrima. «L’affetto dei clienti e dei colleghi di mio marito, dei paesani di San Silvestro dove siamo cresciuti entrambi, dei tifosi della Roma, di tantissimi cittadini di Rieti, ci ha riempito il cuore e ci sta aiutando ad andare avanti. Ho dovuto fare questo passo, era l’attività di famiglia da 13 anni ed è giusto così. Cercherò di portarla avanti al meglio, con la stessa passione che aveva lui, anche se manca tantissimo la sua presenza: Paolo viveva per lavoro e famiglia». E oggi sarebbe orgoglioso di sua moglie, che sta affrontando il dolore, un nuovo lavoro e un ritmo di vita diverso dal passato: «Ammetto di essere un po’ spaventata, ma in qualche modo ce la farò». Ce la farà di sicuro, a far rinascere il Girasole.
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Il Messaggero