Rieti, gestione illecita di reflui zootecnici: denunciato dai carabinieri forestali

Carabinieri forestali
RIETI - Il titolare di un’azienda agricola reatina rischia l'arresto da tre mesi a un anno o l'ammenda da duemilaseicento a ventiseimila euro dopo essere stato...

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RIETI - Il titolare di un’azienda agricola reatina rischia l'arresto da tre mesi a un anno o l'ammenda da duemilaseicento a ventiseimila euro dopo essere stato denunciato dal Nucleo Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto, in collaborazione con il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Agroalimentari Carabinieri di Rieti, per aver immesso rifiuti (reflui zootecnici) in acque superficiali.

La segnalazione pervenuta dal 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti, a seguito dell’avvistamento di un’anomala colorazione scura in un corso d’acqua, durante un sorvolo di perlustrazione del territorio della “Bassa Sabina”, ha permesso ai Carabinieri della specialità Forestale di individuare un allevamento, nel quale, all’esito di accurate verifiche, è stato possibile accertare uno stoccaggio dei reflui zootecnici in difformità della vigente normativa in materia di fertirrigazione, con tracimazione degli effluenti dalla concimaia e successivo inevitabile ruscellamento fino al limitrofo corso d’acqua. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari ed eventuali responsabilità saranno valutate dalla competente Autorità giudiziaria.
L’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, nel rispetto delle prescrizioni e norme tecniche di settore, allo scopo di apportare al terreno sostanze nutritive, consente agli allevatori di gestirli senza qualificarli necessariamente come rifiuti.
L’ottima sinergia info-operativa tra i reparti dell’Arma dei Carabinieri permette di monitorare anche i corsi d’acqua di minore importanza, che, nel caso della provincia di Rieti, rappresentano un’importante risorsa idrica, motivo per il quale il mantenimento del loro stato di salubrità è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e ambientale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero