Rieti, coronavirus, Lorenzo Tomassini, rappresentante Unifi: «La sfida più difficile? Venire incontro alle esigenze di tutti anche da casa»

Lorenzo Tomassini
RIETI - Ad un anno dall’elezione come rappresentante degli studenti della Scuola di Giurisprudenza all’Università di Firenze, il 21enne reatino Lorenzo...

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RIETI - Ad un anno dall’elezione come rappresentante degli studenti della Scuola di Giurisprudenza all’Università di Firenze, il 21enne reatino Lorenzo Tomassini tira le somme e continua a proporre iniziative per limitare i danni del lockdown nell’ambito della sua università. Un’attività portata avanti anche a distanza, con lo stesso impegno e dedizione di sempre, come racconta in questa intervista.


Tomassini, la chiusura così prolungata delle università ha colto tutti  di sorpesa…
«Per me è stato un fulmine a ciel sereno. Certo, la preoccupazione si percepiva, in molti luoghi incluso il mio Ateneo hanno installato dei dispenser per il gel igienizzante e si cominciavano a vedere le prime persone con la mascherina, ma mai avrei pensato ad una chiusura così prolungata. Per me personalmente si è trattato di un brusco cambiamento: sono rientrato da Parigi solo a metà febbraio, dopo aver partecipato ai giochi internazionali di mediazione commerciale con la mia università, e nel giro di poche settimane mi sono ritrovato in lockdown».

Ma la sua attività di studente e rappresentante continua anche a distanza…
«Certo, le lezioni online fanno parte della mia routine e di quella di tutti gli altri studenti: facciamo del nostro meglio vista la situazione di emergenza. Allo stesso modo, io e l’altro rappresentante di Giurisprudenza, stiamo portando avanti delle proposte per dare voce alle esigenze degli studenti in questo periodo. Ad esempio, attraverso l’Azienda per il Diritto allo Studio e l’associazione studentesca “Csx Firenze”, stiamo cercando di far recuperare gli abbonamenti a bus e treni rimasti inutilizzati in questo periodo; per quanto possibile ci stiamo impegnando anche per far sì che i fuorisede ottengano degli ammorbidimenti sugli affitti da pagare, in un momento in cui le case rimangono vuote».

Come si trova con le lezioni online?
«Stanno procedendo regolarmente e c’è coesione tra studenti e professori nel portarle avanti. In ogni caso, per quanto ci concerne, anche noi rappresentanti facciamo da mediatori e spesso comunichiamo tramite mail, sia con i nostri compagni universitari sia con i docenti, in merito alla didattica online».

Sembra molto contento di ricoprire il ruolo di rappresentante all’interno della sua Università. Si ritiene soddisfatto del suo primo anno di carica?
«Sì (sorride), abbiamo fatto tanto: in particolare sono contento di aver contribuito a far ottenere un riconoscimento ulteriore per gli studenti coinvolti in programmi di scambio e per chi riesce a laurearsi nell’arco dei 5 anni previsti per Giurisprudenza, anche se c’è ancora da fare. Posso dire di aver imparato molto nel mio primo anno di carica, però il momento più impegnativo è proprio questo in cui ci ritroviamo a fare tutto a distanza: non ce lo saremmo mai immaginato, ma senz’altro sarà anche questa un’occasione per crescere sotto diversi punti di vista».

Ha qualcosa da dire a chi studia ai tempi del coronavirus?

«È importante far valere le nostre richieste che, in questo momento, assumono ancor più peso: dobbiamo essere ascoltati, perché anche noi facciamo parte del futuro e dovremo fare i conti con i danni di questa emergenza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero