RIETI - La Regione Lazio avvia la campagna sui test di sieroprevalenza, lanciato attraverso una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente Nicola...
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I primi beneficiari saranno gli operatori sanitari, compresi medici di medicina generale, farmacisti e operatori di strutture sia pubbliche che private, ma anche operatori delle Rsa, per un totale di circa 100mila test. A seguire i controlli si estenderanno alle forze armate e di Polizia, Vigili del Fuoco, Guardia Costiera e Polizia Penitenziaria, per un totale di circa 60 mila operatori. Sarà la Regione stessa a farsi carico dei costi del test, ai quale si potrà aderire in maniera volontaria.
Tutti i dati raccolti entreranno a far parte di un sistema informativo per il tracciamento del percorso di indagine tramite Codice Fiscale, con coordinamento e monitoraggio a cura di Spallanzani/Seresmi (Servizio regionale sorveglianza malattie infettive) con supporto di Aziende/Enti.
La Regione stessa ha poi fatto sapere che si tratterà della più grande indagine di sieroprevalenza svolta in Italia, importante nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale nella popolazione regionale.
Nessuna "patende di immunità" per chi si sottoporrà ai test, ma la possibilità di capire, attraverso gli anticorpi, la rilevazione dell’incontro con il virus e, quindi, la successiva esigenza di effettuare il test molecolare.
Tutti coloro che risulteranno positivi al test sierologico e su immunoglobuline, dovranno poi sottoporsi al "classico" tampone naso-faringeo. Successivamente saranno disponibili dei laboratori "drive in" per effettuare tamponi anche sulla popolazione, e la Regione, provincia per provincia, ha già comunicato che a Rieti si svolgeranno presso il piazzale dell'Istituto d'arte "Calcagnadoro" e si potrà accedere ai test attraverso apposita ricetta medica dematerializzata e codice fiscale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero