Rieti, coronavirus, Angelucci ai sindaci: «Riaprire le strutture scolastiche in disuso in ogni paese per garantire sicurezza»

Alessio Angelucci
RIETI - Il consigliere provinciale di minoranza Alessio Angelucci scrive una lettera ai sindaci del Reatino sul tema delle strutture scolastiche. chiedendo loro di riattivare le...

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RIETI - Il consigliere provinciale di minoranza Alessio Angelucci scrive una lettera ai sindaci del Reatino sul tema delle strutture scolastiche. chiedendo loro di riattivare le strutture scolastiche dismesse per mancanza di studenti al fine di garantire la didattica dopo l'emergenza coronavirus.


La lettera

Carissimi Sindaci,

in questo periodo di emergenza, ho avuto modo di apprezzare l’alto profilo Istituzionale ci ciascuno di Voi. Rappresentare la Provincia, seppur dall’opposizione, mi ha inorgoglito nel vedere tanti amministratori non risparmiare nessuna forza, per il bene della propria collettività.

Dopo il sisma, questa nuova dura prova deve rafforzare la nostra capacità progettuale, consapevoli più che mai, che il futuro si scrive oltre l’ordinaria amministrazione.

Il tema dell’edilizia Scolastica torna prepotente sulla scena, e dopo un discutibile piano di dimensionamento (che non cura il problema ma lo anestetizza forse per un anno) , dobbiamo essere audaci nelle proposte.

Il dopo covid imporrà (e ci voleva una pandemia!) , l’abolizione delle “classi pollaio” che oltre a rappresentare un rischio rispetto i parametri di sicurezza, impatta anche sull’azione pedagogico-didattica, rendendola assai complessa.

La nostra Provincia dispone di innumerevoli strutture scolastiche orami deserte, scuole concepite in un tempo in cui i Paesi erano ricchi di popolazione e studiate proprio per “essere scuola” e non luoghi dove si può fare “anche” la scuola.

Lancio quindi la proposta di richiedere un totale superamento dei criteri fissati per le autonomie scolastiche e fare in modo che ogni Paese possa avere la sua Scuola, ottenendo due importanti risultati: lo sgonfiamento delle classi frutto di uno o più accorpamenti e rilanciare la vita nelle nostre piccole, ma fondamentali comunità.

Occorre cogliere, da tragedie come questa, tutte le possibili opportunità di rilancio.


Ci sarà certamente da fare un’analisi sullo statu di salute di queste strutture, ma ciò non deve impensierirci, anzi deve rappresentare uno stimolo in più per tentare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero