Coronavirus, Rieti riparte lentamente, molti bar sono rimasti chiusi, l'incertezza tra i commercianti. Foto

Piazza Vittorio Emanuele II dal Caffè Cleri rimasto chiuso (foto Enrico Meloccaro)
RIETI - Rieti riparte senza sussulti. Il viaggio alla scoperta della tanta sospirata (parziale) riapertura inizia in un orario di punta e cioè le 8 di mattina, un momento...

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RIETI - Rieti riparte senza sussulti. Il viaggio alla scoperta della tanta sospirata (parziale) riapertura inizia in un orario di punta e cioè le 8 di mattina, un momento in cui la maggior parte delle persone si riversava in strada per andare a lavoro, per accompagnare i figli a scuola o per cominciare tutta una serie di servizi per la casa e la famiglia.


Ci si aspettava - nemmeno tanto in realtà - di poter rivedere file davanti ai bar e ai luoghi di ristoro abilitati all'asporto e invece nulla o quasi nulla. Pochissimi i bar aperti, forse il 10%, contrariamente a ciò che si pensava sono i più grandi che hanno rimandato la riapertura del proprio esercizio o che hanno deciso di non riaprire. «Il mio è un locale grande e ho diversi dipendenti - tuona Cleri titolare dell'omonimo bar nella piazza centrale della città - stiamo valutando ma al momento gli elevati costi di gestione non mi permettono di riaprire la mia attività con un così scarso numero di possibili clienti».

Sono invece gli esercizi più piccoli che invece hanno timidamente aperto non senza più di qualche perplessità: è il caso del bar Momento Divino, a Vazia a pochi km dal centro città. «Ci provo - dice Stefano, il titolare - il tuo è il primo scontrino e sono già la 9».

La città è leggermente più trafficata del solito ma niente che lasci presagire chissà quali incassi sufficienti a giustificare le spese per tirare su la saracinesca di un'attività. Anche "Poldo", nota pizzeria e rosticceria a ridosso del Ponte Romano, è aperto e dal locale si riesce ad apprezzare il profumo delle pizze e delle focacce che stanno cuocendo nel forno: «Ma non abbiamo alcuna certezza di come andranno le prossime giornate per cui non sappiamo come regolarci per la preparazione dei cibi».


Anche sui voli dei titolari della pasticceria "Fiori" non brilla nessun sorriso particolare: «Abbiamo investito moltissimo per realizzare un bel locale non non basteranno di certo pochi caffè al giorno per ripagarci delle spese». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero