RIETI - Le cause penali davanti ai giudici di pace e ai Got di Rieti e Poggio Mirteto rinviate a dopo il 30 giugno e anche all’autunno (ad eccezione per le urgenze),...
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Una condizione di semi-paralisi della giustizia, mai vissuta in precedenza e causata dall’emergenza coronavirus, testimoniata anche dall’alto numero di avvocati che, come si ricava dai contenuti di vari gruppi di comunicazione social, hanno richiesto il bonus di 600 euro alla Cassa Forense: davanti ci sono lunghi mesi di inattività e, in uno stato di difficoltà già esistente, è un’impresa portare avanti il lavoro senza prevedere ricadute negative a livello economico.
«È una situazione molto difficile - ammette Attilio Ferri, presidente del Consiglio dell’ordine - siamo pronti, come ordine, a chiedere un ulteriore sforzo ai magistrati per andare incontro all’avvocatura. A preoccupare è soprattutto quanto si sta verificando nel settore del lavoro. Diversi colleghi mi hanno segnalato, e io stesso ho potuto verificarlo, udienze rinviate a distanza di oltre un anno, anche quelle cause che sono mature per la sentenza. Per un lavoratore disoccupato, ad esempio, che aspetta di vedere riconosciuti i propri diritti, è un arco di tempo pesante e occorrerà trovare, nel rispetto del ruolo del giudice, una soluzione in tempi ravvicinati. Ne parlerò con il presidente de Angelis che fino a oggi si è dimostrato molto attento a valutare ogni richiesta».
Collaborazione sfociata nella firma di un protocollo tra il presidente e i diversi organismi dell’avvocatura, in cui sono stati individuati criteri - a condizione che gli avvocati interessati prestino il consenso - affinché almeno le cause civili possano svolgersi da remoto utilizzando una piattaforma web indicata dal ministero, quando non è prevista la presenza di testimoni o consulenti, altrimenti se ne riparlerà dopo il 30 giugno.
«Ma non è difficile prevedere ulteriori rinvii perché i processi si sovrapporrebbero ad altri già fissati in precedenza», chiarisce l’avvocato Ferri. Stessa situazione nei procedimenti penali (è in corso il rinvio di ufficio di decine di cause tra ottobre e dicembre), il cui svolgimento - quando è possibile - è previsto dal protocollo a porte chiuse, garantendo il rispetto del distanziamento sociale tra le parti. Ma non ci sarà celebrazione da remoto, stabilita solo per le udienze di convalida degli arresti, direttissime o processi con detenuti. Per la giustizia reatina, quella del 2020, si annuncia proprio un’estate calda. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero