Rieti, Primo Maggio: la Festa del Lavoro ai tempi del coronavirus

Festa del Primo Maggio a Rieti nel 2012
RIETI - Correva l'anno 2012 e i sindacati confederali, soliti celebrare il Primo Maggio ogni anno in una città diversa, scelsero proprio Rieti per la Festa del Lavoro....

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RIETI - Correva l'anno 2012 e i sindacati confederali, soliti celebrare il Primo Maggio ogni anno in una città diversa, scelsero proprio Rieti per la Festa del Lavoro. Gli allora segretari generali nazionali di Cgil, Susanna Camusso, Cisl, Raffaele Bonanni e Uil, Luigi Angeletti, con un corteo fino al centro, parlarono dal palco allestito davanti la Cattedrale, con la folla tra piazza Cesare Battisti e fino a piazza Vittorio Emanuele II.


Il cambiamento
Otto anni dopo, è cambiato tutto, tranne un aspetto: i problemi del lavoro, pur con sfumature o attori diversi, nel Reatino sono rimasti. L'emergenza coronavirus ha reso "surreali", quasi obsolete le immagini della folla nelle piazze per la Festa del Lavoro. Vedere le foto di quella giornata, con migliaia di persone una accanto all'altra, in questo momento, sembra fantascienza. L'emergenza oggi impone di celebrare la giornata "virtualmente", ognuno in casa propria. Ma la domanda che più conta, oggi, non è l'affollamento di una piazza - che si spera, in futuro, possa tornare, per qualsiasi evento, cancellando le quarantene casalinghe forzate - ma un'altra: qual è l'andamento del lavoro nel Reatino?

Lo scenario
Dal 2012 a oggi, c'è stato un terremoto che ha purtroppo cancellato, nel Reatino, vite e paesi e ha fatto sentire i suoi effetti in tutto il territorio. Sul turismo, sul lavoro, su una ricostruzione che procede a rilento, almeno fino ad ora. Ci sono state multinazionali e marchi noti, presenti nel Nucleo Industriale di Rieti-Cittaducale che, otto anni or sono, stavano lasciando il territorio, dietro una scia di promesse, fino a oggi, quasi mai mantenute. Ma ci sono stati e ci sono grandi aziende che hanno invece deciso di restare nel Reatino, di investire e che oggi vivono di ottima salute, pur dovendo fronteggiare ora la nuova emergenza, ricca di incognite. Nel mezzo, la nascita del polo della logistica a Passo Corese. Un progetto, per il rilancio del Terminillo, che non sembra più la solita promessa. Insomma, i problemi del lavoro hanno forse mutato faccia, continuano a coinvolgere troppe persone, ma qualche raggio di luce si intravvede.

Il futuro

La ripresa, che tra mille ostacoli, sembrava piano piano esserci, come testimoniato dalle analisi economiche periodiche, ecco che improvvisamente è tornata in forse. Come in un gioco dell'oca dove il lancio dei dadi porta sulla casella sbagliata e rischia di condurre indietro al punto di partenza. Lo evidenziano, in questo periodo, i commercianti, tra le categorie più penalizzate dall'emergenza coronavirus: «Ci eravamo appena ripresi dal terremoto e ora la nuova emergenza Covid-19 - hanno ripetuto non più tardi di martedì e mercoledì scorsi, a Rieti - potrebbe cancellare tutto. Senza agevolazioni e misure specifiche, si rischia di non riaprire o di ripartire e poi chiudere per sempre». E' questa la nuova sfida: non più piazze piene per il Primo Maggio - o meglio, si spera solo per il 2020 - ma una sfida dura per tutti gli attori, nazionali e locali, silenziosa, ma che richiede scelte e misure concrete e veloci per ripartire. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero