Rieti, coronavirus, Dl Rilancio, Pirozzi presenta ai gruppi parlamentari di FdI emendamenti per far ripartire e snellire ricostruzione

Sergio Pirozzi
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RIETI - «Il Dipartimento nazionale “Emergenze e Prevenzione Grandi rischi’’ di Fratelli d’Italia ha predisposto alcuni emendamenti relativi alle modifiche al “sismabonus” introdotte dal decreto Rilancio volti al conseguimento di 3 obiettivi: aumentare la platea degli aventi diritto al contributo al fine di consentirne l’accesso anche in caso di interventi da eseguirsi sulle seconde case, soprattutto alla luce della vocazione turistico-ricettiva di molti di quei comuni ubicati nelle zone a più alto rischio; aumentare la spesa ammissibile al fine di sostenere maggiormente i proprietari; vincolare parte delle risorse previste al comma 16 dell’articolo 119 per gli interventi relativi al sismabonus, distinguendo così le risorse previste per quest’ultimo da quelle previste per il cosiddetto ecobonus. Gli emendamenti sono stati inviati ai gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia». Lo rende noto Sergio Pirozzi, responsabile per il partito di Giorgia Meloni del Dipartimento Emergenze, Prevenzione e Grandi Rischi.


In particolare, fa sapere Pirozzi, che è anche Presidente della Commissione Ricostruzione ed Emergenze del Consiglio regionale del Lazio, «un emendamento aumenta la platea dei possibili beneficiari allargando al 110 per cento anche quelli delle seconde case mentre un secondo emendamento aumenta la somma detraibile da 96 a 140 mila euro con un allargamento della platea dei beneficiari. Inoltre con un altro emendamento chiediamo di vincolare i fondi delll'ecobonus, il 40 per cento, direttamente al sismabonus».

Riguardo la ricostruzione Pirozzi ricorda come per il sisma 2016 «la ricostruzione pubblica venga attuata in deroga, come sul modello Genova e nel decreto rilancio lo abbiamo ribadito. Inoltre vorrei segnalare un altro emendamento molto sentito da chi vive nelle zone colpite dal sisma, ovvero evitare la convocazione della Conferenza dei Servizi se la ricostruzione di un immobile distrutto avviene nel medesimo luogo preesistente con la stessa volumetria e caratteristiche». 


I comuni italiani ricadenti in zone con rischio sismico medio-alto (zona sismica 1 e 2) sono 2.926, ricorda l'ex sindaco di Amatrice «per un totale di 21.544.868 abitanti, pari a circa il 35% della popolazione totale. Inoltre in Italia circa 15 milioni di abitazioni (ossia più del 50% del totale del patrimonio immobiliare del Paese) sono state costruite prima del 1974, in completa assenza di una normativa antisismica adeguata. Da qui l’esigenza di mettere in atto adeguate politiche preventive, in particolar modo mirate alla riduzione della vulnerabilità degli edifici, volte alla riduzione del rischio sismico, e - conclude Sergio Pirozzi - conseguentemente alla riduzione dei danni, sia in termini di vite che di denaro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero