Rieti, ospedale de Lellis sotto pressione: pronti altri 18 posti letto

Ospedale de Lellis
RIETI - I contagi aumentano, la pressione sul de Lellis si fa asfissiante e i vertici della Asl provano ad arginare gli effetti della seconda ondata della pandemia, cercando di...

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RIETI - I contagi aumentano, la pressione sul de Lellis si fa asfissiante e i vertici della Asl provano ad arginare gli effetti della seconda ondata della pandemia, cercando di organizzare in ospedale reparti Covid in grado di fronteggiare la crescente domanda di ricoveri, senza trascurare gli altri reparti e servizi. In questa ottica, sarà operativa, entro la metà di novembre, in prossimità del Pronto soccorso, una nuova area Covid con 18 posti letto dedicati a pressione negativa. L’area sarà composta da quattro stanze, con la possibilità di ricovero fino ad otto pazienti, una zona di isolamento per tre pazienti sicuramente positivi ed una stanza separata per pazienti particolarmente critici. A quest’area, sarà collegata un ulteriore zona Covid con sei posti letto in stanze singole ed una sala per pazienti critici con due postazioni.

Percorso con filtri 
Per entrare e per uscire da queste zone è stato strutturato un percorso con filtri sia in entrata che in uscita. All’interno di queste zone esistono delle work station mobili con i programmi di gestione informatizzata dei pazienti per raccogliere le anamnesi, gli esami obiettivi e richiede prestazioni direttamente al letto del paziente. Con l’apertura delle nuove aree Covid l’ospedale raggiungerà quindi una capienza di 80 posti letto covid dedicati, se si conta la capienza massima del reparto di Malattie Infettive che raggiunge quota 24, i due reparti Covid al quarto piano del nosocomio (27 posti letto in tutto) e gli 11 posti attualmente disponibili nella Terapia intensiva.

Il Pronto soccorso
L’aumento dei posti letto permetterà anche una migliore gestione dei pazienti in carico presso il Pronto soccorso, in attesa di ricovero. La struttura d’emergenza diretta dal dottor Flavio Mancini, che in questi ultimi giorni sta governando un aumento esponenziale di accessi dovuto all’esplosione dei contagi che ieri hanno raggiunto gli 860 casi, nel solo mese di ottobre ha visto transitare al suo interno 1642 pazienti totali e di questi ben 344 sono riferibili al coronavirus, per una percentuale pari al 21 per cento. 

Procedure speciali
Un aumento esponenziale di casi che ha costretto il personale sanitario della struttura ad utilizzare procedure definite per maxi emergenze, come quella utilizzata ieri l’altro su un paziente sospetto Covid giunto in ambulanza presso il Pronto soccorso. Per evitare che i pazienti stazionino per lungo tempo in attesa, spesso anche in ambulanza, come sta accadendo in altri Pronto soccorso d’Italia, laddove le condizioni generali lo permettano, gli operatori sanitari dell’emergenza urgenza di Rieti lì sottopongono immediatamente a tampone molecolare e radiografia del torace. 
In poco più di mezz’ora il paziente, in caso di risultati nella norma, può tornare presso la propria abitazione senza dover rischiare attese lunghissime in ambulanza o di stazionare in ambienti con pazienti sospetti con sintomi più gravi. La procedura adottata è stata possibile grazia alla collaborazione tra la struttura d’emergenza e l’Unità Diagnostica per Immagini aziendali e sarà ulteriormente perfezionata grazie al completamento di un “tunnel” che verrà utilizzato proprio per effettuare tale fast track in ambiente ancor più protetto.

Le polemiche


Una procedura che ha creato qualche polemica ma di cui la direzione aziendale va orgogliosa perché garantisce un fattivo contributo alla gestione complessiva dei pazienti, in un momento così critico come quello che anche il nostro territorio sta vivendo.

 

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Il Messaggero