RIETI - Già a partire dal 18 maggio, come da indicazioni della Regione Lazio, la Direzione Aziendale della Asl di Rieti ha avviato il Piano per la ripresa delle...
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Il Piano prevede l’adozione di alcune misure: calendarizzazione oraria puntuale di ogni prestazione, scaglionamento dei tempi di inizio delle attività per evitare permanenze concomitanti nelle sedi di erogazione delle prestazioni, valutazione ed inserimento delle prestazioni sospese per l’emergenza Covid 19, agevolando i pazienti con cronicità e fragilità, implementazione della Telemedicina.
Il Piano è diviso in quattro fasi (18-24 maggio, 25-31 maggio, giugno, luglio-agosto) e consentirà all’Azienda, attraverso un incremento orario dell’apertura degli ambulatori e del personale medico ed infermieristico, di tornare ad un regime ordinario entro la fine dell’estate, con la riattivazione di tutte le agende di prenotazioni di esami e visite entro luglio 2020. Attualmente in ospedale e/o sul territorio sono state ripristinate le prestazioni di Diabetologia, Endocrinologia, Urologia e Cardiologia. Nelle prossime settimane è previsto il potenziamento dei servizi del Dipartimento Salute Mentale, Malattie Infettive, Terapia Antalgica, Chirurgia. A giugno toccherà all’Oculistica e a seguire, tutte le altre branche specialistiche.
Il perno su cui ruoterà il Piano, anche rispetto alle particolari peculiarità dell’ospedale, all’interno del quale insistono attività di degenza Covid e non Covid, sarà il territorio, che nei prossimi mesi sarà oggetto di una riprogrammazione, con un graduale potenziamento dell’attività ambulatoriale, che consentirà di governare al meglio lo sciame epidemico con cui dovremo convivere nei mesi avvenire.
L’emergenza Covid, in particolare nella provincia di Rieti, ha mostrato la necessità di andare oltre la sola attenzione alle cure ospedaliere e di puntare ad un rafforzamento ulteriore dei servizi di sanità pubblica sul territorio: servizi di prevenzione, di promozione della salute, di cure primarie e assistenza domiciliare. Oggi, per dare assistenza ai pazienti ambulatoriali guariti e ai pazienti ancora positivi a domicilio, domani, per una presa in carico dei pazienti fragili con patologie croniche; un modello che l’Azienda ha già avviato da tempo, visto l’indice di vecchiaia tra i più alti a livello nazionale con circa il 25% della popolazione over 65 anni con punte vicine al 30% in alcune aree interne, attraverso l’adozione del Piano delle cronicità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero