Rieti, coronavirus, Mattia e Martina, manager e infermiera nelle Marche: «Resilienza, si vince solo se si è bravi nell'adattarsi»

Martina e Mattia
RIETI - «Chi ce l'ha fatta a sopravvivere e ad adattarsi a questo cambiamento ne uscirà sicuramente piu forte, chi non ha potuto far fronte alla cosa, vuoi per...

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RIETI - «Chi ce l'ha fatta a sopravvivere e ad adattarsi a questo cambiamento ne uscirà sicuramente piu forte, chi non ha potuto far fronte alla cosa, vuoi per mancanza di risorse, vuoi per impossibilità di rivedere la propria attività, sarà molto compromesso».


Il reatino Mattia Russo, 33 anni, laureato in Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, district manager presso Fastenal Europe, multinazionale che opera nel campo della distribuzione, prova ad immaginare il futuro prossimo legato all'emergenza coronavirus. La sua è una storia come quella di tanti reatini che per motivi lavorativi vivono lontani dalla loro città di origine, dove stanno trascorrendo anche la quarantena. «Sono in quarantena qui a Sassoferrato dal 9 marzo - racconta Mattia - dalle mie parti la situazione è tranquilla, ma in regione, nelle Marche, è stato davvero un bel casino, abbiamo avuto molti contagi in relazione alla popolazione».

Alla storia di Mattia si aggiunge quella di Martina, la sua fidanzata da ormai 14 anni: «Lei è infermiera presso l'ospedale di Fabriano, un centro "no Covid" che hanno mantenuto sterile, mentre i malati di Covid sono a Jesi, poco distante da qui».

La loro è una storia particolare: «Nel 2015 lei ha vinto un avviso pubblico e si è trasferita in queste zone, io al tempo lavoravo in Germania, non avevo possibilità di trasferirmi. Poi, nel 2017, Fastenal ha aperto una filiale a Bastia Umbra, a quaranta minuti da qui, a quel punto mi sono trasferito».

Nella sua azienda si continua a lavorare: «Molti di noi lo fanno in smart working, altri in totale precauzione. Ho lavorato tantissimo in questo periodo, siamo distributori di materiale per l'industria in generale, ora stiamo vendendo mascherine, gel e altri dispositivi per fronteggiare l'emergenza, ed ovviamente in questo periodo la richiesta si è alzata a dismisura. Abbiamo istituito una vera e propria task force con Fastenal Stati Uniti e Fastenal Cina. Martina invece lavora regolarmente».


Una quarantena lunga, divisa tra lavoro e passioni: «Nel tempo libero ho comprato online accessori per la mia moto - continua Mattia - e mi diletto con qualche videogioco. Come vedo il mio futuro? La parola chiave è resilienza, noi italiani ce l'abbiamo nel sangue, ci aspetta un cambiamento epocale e vincerà chi sarà bravo ad adattarsi».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero