Coronavirus, laboratorio di studio a Fara Sabina

Interventi a Rieti
RIETI - Coronavirus. Prende piede il progetto per realizzare a Fara Sabina, secondo comune della provincia, un centro per la sperimentazione sul Covid-19. La proposta di...

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RIETI - Coronavirus. Prende piede il progetto per realizzare a Fara Sabina, secondo comune della provincia, un centro per la sperimentazione sul Covid-19. La proposta di avviare nel secondo comune della provincia la prima sperimentazione sul Covid-19 a livello nazionale su base non volontaria, ma statistica, è stata avanzata dal sindaco Davide Basilicata al presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Se accolta, l’idea di rendere il comune sede di una ricerca realizzata in tandem tra il mondo della sanità e della statistica, sarebbe la prima in Italia. Da quella missiva inviata a Zingaretti a fine marzo sono stati fatti passi in avanti e l’idea di dare vita a uno studio su un campione stratificato di cittadini alla stregua di quanto avvenuto a Taiwan prima e in Germania poi, sta diventando sempre più concreta. «La proposta – spiega il sindaco Basilicata – è stata apprezzata dai vertici regionali che ora avranno l’ultima parola sui modi e sui tempi della realizzazione di un progetto così importante dal punto di vista scientifico e sanitario».

 
Il team

Si è costituito un team formato da statici provenienti dalle migliori università di tutt’Italia che sono al già al lavoro sul progetto al fine di arrivare alla costituzione di un campione. «Si tratta di professori e ricercatori di statistica – spiega il primo cittadino – che si sono messi a disposizione per attuare il progetto in maniera gratuita. Per questo li ringrazio. La loro disponibilità denota l’interesse nei confronti di un progetto che ritengono valido per amore di scienza e per spirito di servizio alla causa nazionale». Fino a questo momento i test sierologici sono stati effettuati sempre su base volontaria. «Questo progetto – dice Basilicata – è invece unico nel suo genere perché si basa su campione omogeneo e non casuale e quindi ripetibile e studiabile nel tempo. Gli esami effettuati fino a oggi non hanno la possibilità di essere replicati, di conseguenza non riescono a individuare i comportamenti del virus. L’altro aspetto fondamentale di questa sperimentazione è l’esecuzione, in combinata, dei tamponi che fotografano la situazione al momento attuale e dei test sierologici che ci dicono quali persone hanno sviluppato gli anticorpi. In questa maniera possiamo avere la mappatura del virus all’interno della persona. La combinazione di questi dati, ripetuta, ci aiuterà a capire quale categoria è immune, quale può riprendere più velocemente una vita normale e quale più lentamente. In altre parole - conclude Basilicata - ci permette di stabilire su dati scientifici la ripartenza del nostro Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero