Rieti, coronavirus: Michele, amatriciano nato ad Ascoli La mamma si è trovata da sola per il parto

Neonato
RIETI - Coronavirus, il 23 marzo scorso, mentre dilaga l’emergenza e nel giorno in cui è stato emanato l’ultimo dei decreti del Governo, ad Ascoli Piceno...

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RIETI - Coronavirus, il 23 marzo scorso, mentre dilaga l’emergenza e nel giorno in cui è stato emanato l’ultimo dei decreti del Governo, ad Ascoli Piceno è venuto alla luce Michele, speranza e conforto in questi duri giorni di quarantena e interrogativi sulle prossime settimane. La mamma Pamela Valentini è di Amatrice, aiuta i genitori nell’azienda agricola di famiglia e si è trovata da sola ad affrontare questo felice momento.


Ma come può accadere in tempi di emergenza, dove gli spostamenti sono estremamente limitati, al momento del parto, Pamela si è trovata da sola in ospedale. E il papà non vede l'ora di conoscere il piccolo.

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“Purtroppo il mio compagno Emanuele non ha potuto assistere al parto e ancora non ci siamo potuti vedere di persona - spiega Pamela, che lascerà l’ospedale nella giornata di oggi. - Non l’ha potuto vedere nessuno, ma come ho scritto sui social pubblicando la foto della sua manina, Michele ci ha portato un raggio di sole che ci serviva in questo periodo così buio”.

La condizione di isolamento è stata ancora più acutizzata dal fatto che nelle Marche si è in piena emergenza coronavirus e quindi non è stato possibile per Pamela avere contatti di nessun tipo con il compagno, originario di Avellino ma che lavora stagionalmente all’Anas di Amatrice. “Anche se da lontano papà ti ama come se fosse qui con noi - ha scritto Pamela su facebook - per non parlare dei nonni e degli zii: non sarà facile ma con l’amore riusciremo a superare tutto; fuori c’è un mondo che seppur complesso ti aspetta nel migliore dei modi”.

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Quindi per il momento solo foto e videochiamate: ma Pamela, come tante donne di Amatrice, ha vissuto i terribili momenti del sisma e pur comprensibilmente preoccupata del prossimo futuro, per il momento ha costruito questa famiglia nata ai tempi del Covid-19. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero