Contigliano, erba alta: dopo mesi arriva lo sfalcio da viale della Stazione alle altre aree

La situazione ora (a sinistra) e prima dello sfalcio (a destra)
RIETI - E alla fine si sfalcia. Al primo giorno d’estate, con l’erba che è arrivata ad altezze record. C’è voluta la segnalazione del Messaggero...

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RIETI - E alla fine si sfalcia. Al primo giorno d’estate, con l’erba che è arrivata ad altezze record. C’è voluta la segnalazione del Messaggero per riportare un po’ di decoro nelle strade di Contigliano, lasciate all’abbandono negli ultimi mesi. Come testimoniato domenica scorsa, l’erba in alcuni punti del paese aveva raggiunto altezze record: ben oltre il metro e mezzo in viale della Stazione, con le poche panchine ricoperte dai rovi e inutilizzabili, ma anche con problemi per i residenti che si sono ritrovati un muro di vegetazione davanti ai cancelli di ingresso delle case. Stesso discorso in via Franceschini, al parco dell’omonima villa e sulla passeggiata a ridosso delle mura medievali, nella parte alta del paese. Ovunque lo stesso scenario: erba alta e degrado.

L'intervento. Martedì qualcosa si è mosso, con gli operai che hanno fatto la loro comparsa in viale della Stazione, cominciando lo sfalcio che ha richiesto due giorni per essere completato. Solo alcuni residenti, stanchi del degrado, avevano deciso di provvedere da soli a ripristinare il decoro, pulendo con mezzi privati il tratto di strada davanti alla loro proprietà. Altri non avevano voluto o potuto farlo, anche perché molti sono anziani, costretti ad aspettare gli operai del Comune. La sensazione è che l’intervento sia arrivato in maniera non programmata, come dovrebbe essere in questi casi, ma estemporanea. Una vera e propria corsa ai ripari fatta senza l’opportuno avviso preventivo per far spostare le auto in sosta: un dettaglio non da poco, visto che in alcuni punti le operazioni di sfalcio sono risultate più complesse del previsto per la presenza di macchine. Il risultato finale è stato raggiunto, col ripristino delle condizioni minime di decoro, sebbene con parti non raggiungibili per le auto.

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Il Messaggero