Il consiglio comunale di Amatrice cancella il Super-Cas. Il sindaco Cortellesi: «L'eccesso di aiuti non aiuta»

Il consiglio comunale di Amatrice cancella il Super-Cas. Il sindaco Cortellesi: «L'eccesso di aiuti non aiuta»
RIETI - Ieri, 11 marzo, il Consiglio comunale a maggioranza ha deciso di cancellare il Super-Cas, che era nato nel 2017 come ulteriore contributo in aggiunta al Cas per coloro...

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RIETI - Ieri, 11 marzo, il Consiglio comunale a maggioranza ha deciso di cancellare il Super-Cas, che era nato nel 2017 come ulteriore contributo in aggiunta al Cas per coloro che, alla ricerca di una abitazione, rimanessero in affitto nel territorio, come argine allo spopolamento. La poca disponibilità allora di alloggi agibili aveva però fatto sì che solo poche famiglie potessero accedervi. Ora a distanza di tempo e in una situazione in evoluzione, si è rivelato uno strumento inutile, una pura forma di assistenza economica per pochi che occupa peraltro ingenti risorse provenienti dalle donazioni, che dovrebbero essere utilizzate per favorire la ripartenza.


«Abbiamo tutti un’esigenza comune - ha dichiarato il sindaco Giorgio Cortellesi - uscire dall’emergenza per entrare finalmente nella normalità. Basta col passato, pensiamo e guardiamo solo al futuro. L’emergenza - ha continuato il sindaco - ha prodotto tanti strumenti utilissimi nella prima fase, ma poi alla lunga diventati un freno alla ripartenza, alla produttività vera della nostra città. E ha creato una mentalità sbagliata che convive e si trincera troppo facilmente dietro l’assistenzialismo. Lo dico da quando mi sono insediato: l’eccesso di aiuti non aiuta Amatrice, non aiuta la nostra economica, impedisce la pianificazione e ogni strategia a lunga scadenza. I sussidi sono serviti per arginare i problemi immeditati delle famiglie del dopo-terremoto, evitando il completo spopolamento del territorio». 


«Ma ora - ha concluso il sindaco - bisogna fare punto a capo. La stagione del Super-Cas è conclusa. Come Amministrazione stiamo studiando nuove soluzioni in grado di conciliare i diritti, la legalità, la ricostruzione e l’uso nuovo delle Sae che gradualmente si stanno liberando per il ritorno dei cittadini nelle loro case ricostruite (82 unità abitative appena riconsegnate)».

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Il Messaggero