RIETI - Undici, tra attuali amministratori ed ex del Comune di Rieti, a giudizio davanti alla Corte dei conti per danno erariale. Una vicenda che ha le sue origini nel 2009 e...
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La vicenda, come detto, risale al 2009 quando l’avvocato Tamassia presentò all’allora sindaco Simone Petrangeli una relazione - l’incarico gli era stato conferito dal precedente sindaco Giuseppe Emili per una parcella di 124 mila euro - nel quale si dipingeva una situazione di cassa relativa al personale fuori controllo. L’incarico conferito si dimostrò però senza copertura finanziaria e, a parere del centrosinistra, viziato da una serie di irregolarità. Per l’opposizione c’erano tutti gli elementi per considerare nullo l’affidamento dell’incarico e chiedere i danni al dirigente comunale che glielo aveva affidato. Ma la giunta a guida Antonio Cicchetti, che subentrò a Petrangeli, si regolò diversamente, riconoscendo a Tamassia una cifra di 189mila euro a titolo di nuova consulenza per due anni. Per i consiglieri di opposizione «con la transazione si mascherò una nuova consulenza per il servizio di tutoring di un valore di 92mila euro, assolutamente incongrua e fuori dalle esigenze del Comune». La giunta di centrodestra sostenne però che l’accordo siglato era stato un vantaggio per le casse pubbliche.
Nel frattempo, il legale, nell’ormai lontano 2013, aveva inviato al Comune un decreto ingiuntivo da 47mila euro, per una parcella relativa a una consulenza triennale. La giunta Cicchetti sostenne che, anziché pagare quella somma senza ricevere alcun vantaggio, dopo che il decreto non era stato opposto, aveva trovato con l’avvocato un accordo garantendosi due anni di consulenze. Per la Procura contabile si è invece trattato di un danno erariale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero