Dipendenti in fuga dal Comune: se ne vanno in sette ma l'Ente bandisce subito un nuovo concorso

Dipendenti in fuga dal Comune: se ne vanno in sette ma l'Ente bandisce subito un nuovo concorso
RIETI - Fuga da Palazzo di città. Potrebbe essere il titolo di un film, invece si tratta dei sette dipendenti che hanno avuto il «nulla osta alla mobilità...

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RIETI - Fuga da Palazzo di città. Potrebbe essere il titolo di un film, invece si tratta dei sette dipendenti che hanno avuto il «nulla osta alla mobilità volontaria presso la Regione Lazio». Tradotto: se ne vanno a lavorare a Roma. Per uno di questi la decorrenza partirà dal 30 aprile prossimo. Mentre per i restanti sei dal primo luglio 2021. E’ quanto si legge nella delibera di giunta numero 50 del 6 aprile scorso. Ma ecco la spiegazione che ne dà l’assessore al Personale, Oreste de Santis: «Sono persone che hanno vinto un concorso alla Regione Lazio e quindi vanno via per mobilità. Vanno via cinque funzionari e due dipendenti, ma in realtà una figura di questi ultimi due già non è più alle dipendenze del Comune». L’assessore poi chiarisce come correre ai ripari. 

Nuovo concorso. «Sono riuscito a fare il concorso – sottolinea – per prendere sette funzionari. Tanto ché il 22 aprile ci sarà la prova scritta per 190 concorrenti. Insomma, tutto questo per dire che i cinque funzionari in mobilità verranno rimpiazzati con sette della stessa categoria». Nel frattempo, sempre secondo quanto racconta de Santis, si starebbe provvedendo anche al concorso per sostituire i due dipendenti. Di tutt’altro avviso è la posizione dei consiglieri Andrea Sebastiani (gruppo misto), Giosuè Calabrese (Italia viva) e Roberto Casanica (Cinquestelle), per i quali oltre ai sette in mobilità, «altri venti hanno presentato domanda di mobilità in uscita per andare a lavorare presso altri enti e sono in attesa di conoscere le determinazioni che verranno assunte dal Comune di appartenenza». 
I tre esponenti poi lanciano una bordata all’indirizzo dei piani alti di Palazzo di città.

L'attacco della minoranza. «La più evidente criticità – scrivono in una nota – si è senza dubbio ravvisata nella politica di gestione delle risorse umane, contravvenendo palesemente al proposito dichiarato, risultato ad oggi un mero slogan elettorale». Non solo, per Sebastiani, Calabrese e Casanica i due obiettivi principali di riorganizzare della macchina amministrativa comunale e di valorizzare i dipendenti non solo sarebbero «stati totalmente disattesi», ma non sarebbe stato «affatto applicato il principio economico secondo cui un lavoratore contento renda il doppio». 

Sebastiani, Calabrese e Casanica poi ricordano «le fuoriuscite continue di dirigenti, soprattutto in settori strategici quali quello finanziario». Ad avvalorare le affermazioni dei tre consiglieri ci sarebbero le deliberazioni approvate dalla giunta comunale da fine 2020: «In cui sono state autorizzate numerose mobilità e comandi di dipendenti dell’ente presso altre». 


«Un dato che dovrebbe far riflettere ed indurre la politica a domandarsi i motivi che inducono dipendenti a scegliere di percorrere quasi duecento chilometri al giorno per andarsene a Roma, rinunciando alla comodità del lavoro sotto casa», concludono.

 

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Il Messaggero