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RIETI - Primarie, occupazione giovanile, politiche industriali, opportunità offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e nuovo ospedale. Claudio Di Berardino, ex sindacalista e assessore regionale al Lavoro, in questa intervista al Messaggero, parla a trecentosessanta gradi del futuro della città e del ruolo che dovrà avere nei prossimi anni.
Assessore, tutti sono impazienti di sapere se si candida alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Rieti.
«Dopo la proposta fattami dai gruppi politici che mi sostengono, posso solo dire che sono orientato a candidarmi. Mi riservo però ancora qualche giorno per sciogliere la riserva. Sto facendo una serie di incontri con associazioni e cittadini, che mi stanno incoraggiando ad accettare questa proposta di candidatura. Dopo questi confronti deciderò definitivamente. La mia è una candidatura di servizio e, se posso dirlo, anche di amore verso questa città. Rieti per me da tempo è punto di riferimento abitativo e familiare. Vorrei contribuire a scrivere, insieme agli altri, una nuova pagina. E credo che l’unità del centrosinistra sia un valore fondamentale per realizzare il cambiamento. Da questo punto di vista le primarie sono una strada importante, democratica e di partecipazione. Ovviamente ho grande rispetto e stima per Simone Petrangeli, che si è impegnato in questi anni per il nostro territorio. Noi dobbiamo ridare speranza e proporre una nuova visione della città».
Quindi bisogna aspettare ancora qualche giorno per una sua risposta definitiva?
«Certo. Anche perché vorrei completare i confronti in atto e iniziare a ragionare su alcuni punti di merito che interessano la città e su cui intendo impegnarmi. Vorrei mettere a disposizione di Rieti la mia esperienza, il mio sistema di relazioni e di competenze. Per realizzare un nuovo progetto di città è importante il coinvolgimento di molte persone. E, per fare questo, bisogna necessariamente fare riferimento ai temi dello sviluppo, della crescita, dell’innovazione e di un nuovo piano di welfare che non lasci indietro nessuno. Dobbiamo essere al servizio delle persone e risolvere i loro problemi. Dobbiamo immaginarci un’amministrazione attiva, partecipata e trasparente».
I prossimi anni saranno fondamentali per lo sviluppo della città?
«I prossimi cinque anni saranno decisivi perché dovranno essere utilizzati al meglio le risorse che arriveranno dal Pnrr sisma e da quello ordinario. Saranno fondamentali anche per determinare una nuova speranza e dare ai giovani e alle persone in cerca di lavoro delle nuove opportunità. Non bisogna perdere tempo. L’Europa darà molte risorse, ma devono essere spese nei tempi giusti. Importante sarà la qualificazione del personale. Noi dobbiamo dare al comune capoluogo la funzione che gli spetta nella relazione con la Capitale, nelle relazioni con i ministeri e in quelle con le altre città limitrofe. Dobbiamo essere capofila nello sviluppo delle aree interne. Da questo punto di vista, ad esempio, il nuovo ospedale si pone l’obiettivo di essere quello più innovativo dell’intero Appennino dell’Italia centrale».
La sinergia con la Regione e il presidente della Commissione bilancio Melilli ha già dato dei risultati in questo senso?
«C’è stato un lavoro molto importante che abbiamo fatto grazie all’impegno dell’onorevole Melilli, del consigliere regionale Refrigeri e alla sensibilità per questi territori del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
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Il Messaggero