Rieti, allarme cinghiali nel Reatino: per ora si pensa alle gabbie

Cinghiali (foto d'Archivio)
RIETI - Due settimane ancora, per un totale di sette giorni di battute, poi anche nella nostra provincia si chiuderà la caccia al cinghiale. Ma non si fermeranno le...

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RIETI - Due settimane ancora, per un totale di sette giorni di battute, poi anche nella nostra provincia si chiuderà la caccia al cinghiale. Ma non si fermeranno le polemiche legate alla cattura di questi animali, diventati ormai presenze stabili in molte aree urbane. Da nord a sud, da Magliano Sabina a Borgorose. Cinghiali ovunque e, soprattutto, troppo spesso causa di incidenti automobilistici. Tanto che nel dicembre scorso un emendamento alla manovra, firmato da Fratelli d’Italia, ha addirittura aperto alla possibilità di abbattimenti di fauna selvatica per motivi di sicurezza stradale anche in aree protette e in città. Una proposta che ha provocato le reazioni degli ambientalisti ma che, di fatto, offre una soluzione per contenere la presenza di cinghiali nelle città.


Il “contenimento” potrà dunque essere attuato anche nelle zone vietate alla caccia, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. A coordinare le operazioni dovrebbe essere il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri e potrà avvalersi dei cacciatori riconosciuti, delle guardie venatorie e degli agenti delle Polizie locali e provinciali munite di licenza. La “legge”, in materia non è però molto chiara e in attesa di chiarimenti, prima di organizzare le squadre per gli abbattimenti in città, da parte delle singole amministrazione si cerca di attuare misure alternative di contenimento. Tipo quella che consente, sotto il controllo degli Ambiti territoriali di caccia, il posizionamento di gabbie per la cattura dei cinghiali. Una soluzione, quella appena accennata, adottata nella vicina Terni e che diverse attenzioni ha suscitato tra molti amministratori reatini, incuriositi e al tempo stesso interessati a misure che possano limitare la presenza dei cinghiali nelle aree urbane, limitando di molto la possibilità che possano diventare protagonisti di incidenti stradali. E l’esempio di Terni - in attesa della definizione della norma che consente l’abbattimento selettivo nelle aree urbane e nelle zone protette - potrebbe a breve essere adottato anche in molti comuni reatini - da Colli sul Velino alle municipalità delle aree del sisma, dove i cinghiali sono più numerosi. Ma perché questi animali si spingono fino in città? La risposta è semplice. Non trovando più cibo nei boschi, cercano le colture in basso dove racimolare qualcosa. E per fare questo attraversano una strada più o meno transitata dalle automobili. Partono in quarta e vanno, incuranti dei pericoli. Che poi diventano soprattutto degli automobilisti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero