Rieti, «Cicchetti ok ma deve presentare nomi nuovi»

Antonio Cicchetti
RIETI - Uno, nessuno, centomila i candidabili del centrodestra che...

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RIETI - Uno, nessuno, centomila i candidabili del centrodestra che scalpitano per fare il sindaco e ricacciare il centrosinistra in minoranza. Dopo Antonio Cicchetti e Paolo Di Lorenzo ecco Enrico Aragona. «Alt, spersonalizziamo la questione. Quello che conta è che il centrodestra torni a governare, mettendo fine alla devastazione del centrosinistra», scandisce l'ex della Municipale, giubilato dalla giunta Petrangeli e da aprile alla guida del movimento Nuove Prospettive. «Se l'obiettivo è riprendere in mano il Comune bisogna capire qual è il candidato migliore per farlo, iniziando con il leggere i numeri e imparare dalle sconfitte». Prego: «Se è vero che l'amministrazione di centrosinistra è fallimentare è vero pure che la sconfitta del 2012 si deve a errori strategici e sostanziali del centrodestra. La sinistra ha vinto con gli stessi voti se non di meno di quelli con cui nel 2007 Papalia perse e questo perché il 40% dell'elettorato a votare non ci è andato. Segno che certi nomi avevano fatto il loro tempo. Se vogliamo tornare a vincere, abbiamo la necessità di rinnovare la classe politica del centrodestra. C'è una genia di politici che la città non vuol più vedere». E con la candidatura di Cicchetti come la mettiamo? «Per lui faccio un distinguo: è stato un grande amministratore ed è una persona pulita. Ma gli ho posto una pregiudiziale: che si confronti con un parterre della città totalmente innovativo. Rieti è piena di professionisti straordinari nel campo della cultura, turismo, impresa, ma fuori dai giochi politici. Ma è gente così che serve per amministrare. Perché l'altra pregiudiziale che pongo è di non confondere i portatori di voti con gli amministratori. E' un equivoco pensare che chi porta voti poi sappia amministrare. Per questo ci vogliono persone capaci». Tipo Aragona? «Se è Cicchetti che può farci vincere le elezioni io sono con lui, a patto che innovi. Se poi Cicchetti non dovesse condividere questa mia posizione, a quel punto sarei disposto a candidarmi sindaco, non foss'altro per non tradire la fiducia dei tanti che credono in me. Ma sarebbe un'extrema ratio. Cicchetti mi ha detto di stare tranquillo, io gli credo». Gli avesse detto «stai sereno» era un altro paio di maniche.
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Il Messaggero