Rieti, chiesa abbandonata in pieno centro piccioni e satanisti la fanno da padroni Vedi le foto dell'interno della chiesa

L'interno della chiesa di Sant'Antonio Abate
RIETI - Un gioiello architettonico lasciato in abbandono e trasformato in una vera e propria bomba ecologica. Il tutto nel pieno centro di Rieti. E' il caso della chiesa di...

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RIETI - Un gioiello architettonico lasciato in abbandono e trasformato in una vera e propria bomba ecologica. Il tutto nel pieno centro di Rieti. E' il caso della chiesa di Sant'Antonio Abate, luogo di culto carissimo ai reatini, chiusa nel 1972 e lasciata al proprio destino. Una vicenda tornata d'attualità dopo il lavoro di due ragazze reatine, Maria Laura Rossi e Pamela Maiezza, che hanno realizzato una tesi di laurea alla facoltà di ingegneria edile-architettura dell'Università dell'Aquila.








Mentre la prima di è occupata degli aspetti strutturali, la seconda ha curato quelli architettonici: il risultato delle due tesi è stato un importante opera di documentazione, ma anche il resoconto di un vero e proprio dramma. Il pavimento della chiesa, infatti, è ricoperto di guano di piccione, così come buona parte delle pareti.



CUMULO DI SPORCIZIA

Un cumulo di sporcizia che rilascia nell'aria sostanze tossiche, danose per la popolazione. A questo si aggiunge anche il degrado per la struttura: la chiesa, risalente al 1570, fu disegnata dal Vignola e contiene affreschi di rara bellezza e di notevole interesse storico artistico. Con il passare del tempo, il guano sta rovinando tutto.



INCURSIONI NOTTURNE DEI SATANISTI

A completare il quadro deprimente, i continui atti vandalici, furti ed intrusioni notturne da parte di chi compie anche riti satanici. Ad inizio ano ci fu una segnalazione dell'associazione Porta d'Arce, che portò ad un esporto da parte del sindaco di Rieti alla Regione, ente proprietario della chiesa. Il risultato fu la disposizione di una derattizzazione: misura inutile, visto che lì di ratti non ce ne sono. Urge il ripristino del portone, delle finestre e, soprattutto, la rimozione del guano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero