RIETI - Sono arrivati in tanti nella sala parrocchiale di Vazia, che questa sera ha accolto un'assemblea pubblica. Al centro l’impianto per la costruzione di un impianto...
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«L’impianto - ha spiegato il presidente Ugo Andrea Matteocci - utilizza scarti della produzione di olio d’oliva, liquami di allevamenti animali e residui organici. L’area, che interessa anche l’ospedale, il carcere, strutture scolastiche, commerciali ed industriali, diventerà una vera e propria discarica, considerato che oltre alla produzione di biometano sarà prodotto compostaggio e vermicoltura, impianti che creano pericoli per la salute dei cittadini a causa dell’emissione di ossidi di azoto, acido cloridrico nonché per gli olezzi che emanano le sostanze utilizzate e per il transito di veicoli pesanti».
«Il Comune di Rieti non può concedere il permesso a costruire», tuonano i presenti che preparano una diffida, per le distanze, che non sarebbero state rispettate come prevede la legge. Il sindaco Cicchetti ha già ricevuto una missiva lo scorso 5 febbraio, nella quale si chiede di rispettare le norme del regolamento di igiene pubblica, pensando alla salute dei cittadini. La risposta del primo garante della salute pubblica, però, si fa ancora attendere.
Ma i chiamati in causa sono anche il vice sindaco Daniele Sinibaldi, che a Vazia è di casa e il Consorzio per lo Sviluppo Industriale con il suo presidente Andrea Ferroni. Il primo ha risposto picche alle richieste del comitato, dicendo di poter intervenire solo nella fase successiva dei controlli. Riguardo al secondo, tutti d’accordo, i presenti, sulla necessità di abolire questo nucleo industriale e gli interessi di chi lo gestisce. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero