Rieti, la storia. Da cinque anni in roulotte sognando una casa

La roulotte sotto la neve nel piazzale
RIETI - Vivere ogni giorno in 8 metri quadrati. Dentro una roulotte, rinunciando a una casa per garantire il mantenimento dell’ex moglie e dei figli con la politica e le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIETI - Vivere ogni giorno in 8 metri quadrati. Dentro una roulotte, rinunciando a una casa per garantire il mantenimento dell’ex moglie e dei figli con la politica e le istituzioni che, anziché dare aiuto, ti voltano le spalle. Sempre primo nella graduatoria provvisoria Ater per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e poi puntualmente tagliato fuori in quella definitiva approvata dal Comune di Rieti, con la riparametrazione dei criteri di assegnazione. Promesse a piene mani, ma nulla è cambiato in cinque lunghi anni. Così, ormai da un lustro, il reatino Antonio Carotti - 69 anni, un’invalidità dell’80%, separato con due figli a carico di cui uno nell’ombra dell’autismo - continua a vivere dentro una roulotte nella desolata area camper di via Fonte Cottorella, tenuto a galla da una pensione di circa mille euro e dalle sue mani d’oro che tutto riparano e tutto sanno sistemare. Cavi collegati a batterie di auto, bottiglie d’acqua a fare da contrappeso a una veranda lacera, la toilette è un vasino chimico come quello per i bimbi, niente doccia e per lavarsi un pentolone d’acqua scaldato sui fornelli, il sale da cucina che diventa cemento per l’umidità. E se la politica non si imbarazza, è lui - con la sua dignità di uomo e di padre - a fare da esempio alle istituzioni, prosciugando ogni mese la propria pensione tra utenze (elettricità, gas dei bomboloni) e tutti gli adempimenti disposti dal tribunale: contributo di locazione alla ex e assegni di mantenimento per i figli cui si sommano le spese lievitate dalle continue necessità del figlio con problemi di autismo: visite specialistiche, corsi musicali e ogni altra esigenza indeclinabile per una crescita il più possibile armonica, cui Tonino non è mai venuto meno. Dopo le ennesime promesse dai Servizi sociali del Comune, il 69enne - fortemente e provato nel fisico e nell’anima - ha deciso di rivolgersi a un legale di fiducia.

Il legale


«Procederemo facendo richiesta di accesso agli atti - spiega l’avvocato Mauro Giovannelli - soprattutto per capire la modalità di formazione della graduatoria per l’assegnazione degli alloggi popolari». Nessuna graduatoria, nessun criterio o norma può trovare giustificazione verso chi - con evidenti responsabilità - ha relegato Tonino a vivere come un reietto alla soglia dei 70 anni, nella più profonda solitudine, spezzata solo da una tv sempre accesa all’interno di una roulotte e di una veranda pericolante che ne mette a rischio anche l’incolumità. «Sono deluso e amareggiato - spiega in pantofole e pigiama nel gelo del piazzale - vivo nella speranza di continue promesse che sembrano sempre imminenti, ma poi nulla cambia. Mio figlio vorrebbe fermarsi a dormire qui da me, ma con il suo metro e ottanta non entra nel lettino della roulotte». Una situazione che oltretutto va anche così a ledere il delicatissimo rapporto di genitorialità con il figlio autistico. Due volte a cena fuori in pizzeria in cinque anni, Pasqua, Natale e festività in una roulotte surriscaldata d’estate oppure fredda e grondante di umidità d’inverno. Ma lui tiene ancora duro e la bandiera dell’Italia fissata sulla veranda che sventola all’aria ha un retrogusto davvero amarissimo.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero