Rieti, spese con la carta della vicina: un uomo finisce sotto accusa

Polizia postale
RIETI - Secondo l’accusa - e i successivi addebiti contestati - avrebbe sottratto la carta Postepay ad un’anziana, per poi utilizzarla più volte per effettuare...

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RIETI - Secondo l’accusa - e i successivi addebiti contestati - avrebbe sottratto la carta Postepay ad un’anziana, per poi utilizzarla più volte per effettuare degli acquisti personali. Dovrà rispondere del reato di indebito utilizzo di carte di credito per aver tratto profitto, non essendone però il titolare, dell’utilizzo della ricaricabile prepagata “gialloblù” di Poste Italiane, abilitata agli acquisti. Vicenda giudiziaria iniziata nel 2016, dopo la denuncia-querela di un’anziana donna che, da Roma, si era stabilita a Rieti, trasferendo direttamente la considerevole somma di 86mila euro dalla propria banca di fiducia romana alla sua card Postepay. L’imputato, un condomino dell’anziana, si sarebbe impossessato o sarebbe comunque riuscito a sottrarre più volte alla donna la Postepay di cui era titolare.

La vicenda


Dalla ricaricabile venne poi riscontrato un ammanco di circa 9mila euro, in esecuzione di circa 30 operazioni di transazione. Notato il congruo “buco”, la donna si era rivolta alla sezione della Polizia postale e delle Telecomunicazioni di Rieti. La liquidità della carta - come hanno appurato le successive indagini esposte in aula dal personale della Polpost - era stata utilizzata per varie tipologie di acquisti: un telefono cellulare e un’impastatrice presso un noto negozio di elettronica, due gomme per una motocicletta, preziosi in una gioielleria locale ed erano inoltre stati effettuati alcuni pieni di benzina e altre compere presso una pescheria e il negozio di articoli sportivi Decathlon di Roma, nonché altri acquisti di minore rilevanza. Spese a cui gli investigatori informatici della Polizia postale e delle Telecomunicazioni della Questura di Rieti sono risaliti grazie a riscontri ottenuti coniugando la Postepay, utilizzata in maniera indebita, con le varie carte di fidelizzazione utilizzate in abbinamento per gli acquisti presso attività commerciali, al fine di ottenere sconti o caricare punti-premio. L’uomo si è sempre dichiarato estraneo alle accuse e comunque non si hanno di esso riprese o immagini delle telecamere di videosorveglianza degli esercizi o presso i postamat, in quanto sovrascritte a causa del lasso di tempo trascorso tra la denuncia dell’anziana e l’acquisizione delle videoregistrazioni. Processo che si aggiorna davanti al giudice monocratico Giorgia Bova al mese di ottobre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero