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RIETI - Una volta usciti dall’esperienza del carcere, l’obiettivo dovrebbe essere non rimettere mai più piede in cella. Ma il condizionale, come in questo caso denunciato dal Sappe (sindacato autonomo di Polizia penitenziaria), è d’obbligo. Il tutto è avvenuto nel pomeriggio di martedì, nella casa circondariale di Vazia. Se i più anelano a non rivivere nuovamente l’esperienza della privazione della libertà, non sembrava pensarla allo stesso modo un trentenne serbo, che martedì ha spedito all’ospedale anche un agente di polizia penitenziaria, pur di non mettere piede fuori dalla cella.
La vicenda
Tutto è cominciato intorno alle 15.30 di martedì, quando gli agenti si sono diretti nella stanza dove l’uomo era detenuto da qualche mese per furto, al fine di notificargli il provvedimento di scarcerazione: una notizia che di norma viene accolta con gioia ma, agli agenti, l’uomo non è sembrato dello stesso avviso dei suoi “colleghi”. Ancora prima di riuscire a iniziare la compilazione dei documenti per certificare l’uscita dal carcere, il serbo si è infatti da subito opposto alla scarcerazione, sostenendo che il carcere fosse casa sua e che, una volta uscito, non avesse altro luogo in cui andare. A quel punto, però, l’atmosfera si è surriscaldata e così gli agenti sono stati costretti a trasportarlo con la forza all’interno degli uffici dove vengono normalmente redatti gli atti propedeutici alla scarcerazione. Nel frattempo, tuttavia, l’uomo non si era certo convinto del dover mettere il naso fuori dalla casa circondariale e le sue intolleranze hanno raggiunto un livello tale da costringere gli agenti a contenerlo fisicamente: una situazione alla quale, per tutta risposta, l’uomo ha reagito mordendo, all’avambraccio, un sovrintendente della polizia penitenziaria, che è stato prontamente trasportato al pronto soccorso dell’ospedale de Lellis, dove fortunatamente le lesioni non hanno richiesto l’applicazione di giorni di prognosi. L’episodio non si è però certo concluso lì: perché nel frattempo a via Maestri del Lavoro la trattativa col serbo è andata avanti fino alle 19 circa quando, dopo un lungo lavoro di mediazione, gli agenti sono finalmente riusciti a convincere l’uomo a lasciare la struttura.
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Il Messaggero