Rieti, perquisizione straordinaria in carcere: trovate pastiglie e 2 cellulari. Sappe: «E' allarme»

Rieti, perquisizione straordinaria in carcere: trovate pastiglie e 2 cellulari. Sappe: «E' allarme»
RIETI - Movimentata perquisizione nel carcere di Rieti. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto delle Sezioni detentive del...

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RIETI - Movimentata perquisizione nel carcere di Rieti. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno infatti esaminato e perquisito ogni anfratto delle Sezioni detentive del carcere trovando nelle celle due telefoni cellulari e diverse pastiglie. A darne notizia è Luca Ripa, vice Segretario regionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.


«Questa mattina i nostri Agenti, con la collaborazione di personale di Polizia Penitenziaria proveniente da altri Reparti del Lazio, nel corso di una perquisizione straordinaria all’interno del carcere di Rieti hanno rinvenuto e sequestrato materiale di cui non è consentito il possesso. Parliamo di due telefoni cellulari e pastiglie varie. Un plauso alla Polizia Penitenziaria di Rieti e dei vari Reparti del Lazio per l’attenta ed accurata perquisizione fatta con successo, ma il Sappe rinnova la richiesta al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l'indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani», ha aggiunto Ripa.

«Il rinvenimento è avvenuto - spiega Donato Capece, Segretario Generale del Sappe - grazie all'attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Rieti e nei vari Reparti del Lazio. Sulla questione relativa all'utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo».

Capece fa riferimento ad una comunicazione ministeriale dello scorso maggio con cui si dava notizia che «il Servizio Telecomunicazioni del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziari avea ultimato la consegna degli apparati inibitori di comunicazioni cellulari a tutti i Provveditorati. A breve si sarebbe dovuta dare l’adeguata e pertinente formazione del personale individuato per l’utilizzo e il funzionamento di tali apparecchiature. Ma non risulta che tali apparecchi siano stati dati in uso alla Polizia Penitenziaria di Rieti. Perche?».


Anche per questo il Sappe chiede ai vertici ministeriali un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere «a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere di Rieti rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero