Bosco estirpato senza autorizzazione, denunciato un sessantenne

Bosco estirpato senza autorizzazione, denunciato un sessantenne
RIETI - Dopo mesi di indagini condotte dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto, nei giorni scorsi è stato deferito alla Procura della Repubblica...

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RIETI - Dopo mesi di indagini condotte dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Poggio Mirteto, nei giorni scorsi è stato deferito alla Procura della Repubblica di Rieti un uomo di 60 anni per aver estirpato un intero bosco, senza alcuna autorizzazione, in località Campo Maggiore di Fara in Sabina.

L’attività investigativa ha tratto origine dall’ordinaria attività di perlustrazione del territorio compiuta dai Carabinieri forestali ai quali, già da tempo, non era sfuggita la presenza di un ingente, e per questo anomalo, quantitativo di ceppaie lungo le sponde del fosso denominato “Corese”. Attraverso il preliminare utilizzo di fonti aperte e i successivi accertamenti tecnici, curati dal personale specializzato del Gruppo Carabinieri Forestale di Rieti, è stato possibile appurare la provenienza delle ceppaie dal terreno limitrofo al Fosso Corese, per il quale nessun titolo autorizzativo era stato rilasciato dalla competente autorità regionale. L’intervento di estirpazione, avvenuto in assenza di autorizzazione, cosiddetta “paesaggistica”, in un’area ricompresa nella perimetrazione delle “aree boscate” e della “fascia di rispetto dei corsi d’acqua”, costituisce violazione di natura penale, punita severamente dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” con l’arresto fino a due anni e l’ammenda sino a 51.645 euro.

Al termine delle indagini è stato dunque possibile quantificare la dimensione dell’area, superiore all’ettaro, e individuare l’autore del reato nel proprietario del terreno, di nazionalità albanese ma residente da anni nel comune di Fara in Sabina, il quale è stato sanzionato, anche amministrativamente, per aver abbandonato le ceppaie in modo incontrollato.

Oltre ai danni causati alla biodiversità presente nel territorio, l’intervento, eseguito in violazione della normativa di settore, ha comportato un evidente deturpamento paesaggistico dell’area, caratterizzata da ampie zone agricole e una scarsa presenza di zone boscate, oggi privata di un importante “polmone verde”.

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Il Messaggero