Rieti, sos dai volontari del canile sanitario: «Servono una nuova struttura e maggiori attenzioni»

Il canile sanitario di Rieti
RIETI - Un quadro preoccupante quello che emerge in queste ultime ore al canile sanitario di Rieti, con l’ Associazione adozioni del Cuore che, allo scopo di sensibilizzare...

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RIETI - Un quadro preoccupante quello che emerge in queste ultime ore al canile sanitario di Rieti, con l’ Associazione adozioni del Cuore che, allo scopo di sensibilizzare ancor più Asl e Comune di Rieti sulle criticità che stanno venedo fuori, chiede interventi urgenti.

L'appello. “Comune di Rieti e Asl - spiegano i volontari - collaborano con l’Associazione, ma è pur vero che in questo momento tale collaborazione deve essere potenziata”. Il fenomeno dell’abbandono dei cani è una piaga che non si arresta: cucciolate di maremmani sempre maggiori che arrivano nella struttura e, malgrado il prodigarsi dei volontari che disinfettano e disinfestano, muoiono diversi cuccioli che contraggono infezioni, perché gli spazi sono ormai insufficienti. “Come associazione - osservano i volontari di Adozioni del Cuore - svolgiamo da anni,quotidianamente, una gran mole di lavoro e, nel tempo, abbiamo ottenuto lusinghieri risultati in termini di adozioni e, di conseguenza, di parziale eliminazione del randagismo. Nonostante gli sforzi, sotto tutti i punti di vista, se non si attua subito un programma di sterilizzazione dei cani sul territorio, in primis dei maremmani, di proprietà dei pastori, che continuamente partoriscono cuccioli meravigliosi, ma troppi e difficilmente collocabili e se non si rende idonea la struttura all’accoglienza dei poveri cani accalappiati, spesso in condizioni precarie, o maltrattati, vedi episodi verificatisi con cani operati per togliere collari di ferro nella carne, perché cresciuti sin da cuccioli a catena, si rischia di vanificare il nostro impegno. Noi continueremo a prestare la nostra opera ma vorremmo non diventi alla fine inefficace”.

L'impegno. L’impegno dei volontari è gravoso se si pensa che si occupano di tutto, dalle pulizie delle gabbie due volte al giorno, fino alle passeggiate, la somministrazione del cibo, l’autotassazione per acquistare medicinali e cibi per patologie specifiche, raccolte fondi, open days per sensibilizzare politiche di adozione, raccolta materiale dalle cucce alle coperte. “Questo impegno è per 365 giorni all’anno incluse le feste - dicono i volontari. - Quello che occorre ora è il salto di qualità, con una struttura maggiormente adeguata, spazi appropriati facilmente sanificabili, aree di sgambamento perchè i cani sono prigionieri innocenti. I risultati sarebbero diversi e ci sarebbe risparmi per gli enti. Eliminare il randagismo, sterilizzare i cani liberi sul territorio contribuisce a far risparmiare denaro per cure e medicine, a diminuire incidenti e a migliorare le condizioni di vita degli animali”.

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Il Messaggero