Rieti, quasi 300 cani in transito nel 2020 nel canile sanitario: l'obiettivo è favorire le adozioni di animali di ogni età

Canile sanitario
RIETI - Dall’inizio del 2020, 286 cani sono transitati nel canile sanitario di Rieti, dove grazie al lavoro della Asl e al supporto dei volontari dell’associazione...

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RIETI - Dall’inizio del 2020, 286 cani sono transitati nel canile sanitario di Rieti, dove grazie al lavoro della Asl e al supporto dei volontari dell’associazione Adozioni del cuore, sono stati raggiunti importanti risultati. Dei cani giunti al canile sanitario di via Cottanello, solo 16 erano in possesso di microchip e sono stati restituiti ai proprietari. Tutti gli altri sono in attesa, qualcuno aspetta da anni, di una adozione. «Un cane che vive in famiglia è più felice e sereno - spiegano dal canile. - Il nostro unico obiettivo è trovare una adozione a tutti gli ospiti, sia per un discorso etico che per un discorso economico, perché un cane in famiglia non pesa più sulle casse comunali e, dunque, sulle spalle dei cittadini». La maggior parte dei cani che entrano in canile sono cuccioli, spesso abbandonati ai bordi delle strade o ritrovati in mezzo ai boschi da passanti. «Nonostante gli sforzi di sterilizzare quanto più possibile cani adottati presso la nostra struttura e i gatti delle colonie feline - spiega il responsabile del canile, Ottavio Orlandi, medico veterinario della Asl di Rieti - ci rendiamo conto che non tutti hanno ancora la sensibilità giusta per essere di pari passo con quelle Regioni il cui tasso di abbandono e di randagismo è ai minimi livelli. Il lavoro della Asl è immane, i numeri degli animali curati sono altissimi e non ci sono mai periodi di calma o in cui non si lavori in emergenza continua. La non sterilizzazione di cani anche padronali, che sono liberi sul territorio di vagare, genera cucciolate che, se non soccorse, generano ulteriori cani randagi. Un cerchio che difficilmente si riuscirà a chiudere».


L’impegno

Grazie alla sinergia tra medici e volontari, negli ultimi anni si è mantenuto un solido equilibrio tra le entrate dei cani e le uscite in adozione. Anche nel lockdown la Asl non si è fermata, organizzando turni tra i volontari per permettere ai cani di persone in quarantena di fare le passeggiate quotidiane, fornendo tutti i dispositivi anticontagio, continuando a lavorare senza sosta su emergenze e casi più delicati. La Asl, in particolare il comparto veterinario, auspica un aumento della sensibilità dei cittadini: «La speranza - aggiunge Orlandi - è che si impegnino seriamente nell’adozione di un animale d’affezione, che comporta anche sacrifici e che collaborino, magari come volontari, presso il canile sanitario, per capire cosa significhi realmente prendersi cura di un animale».
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Il Messaggero