Rieti, l'esperienza del "Boemo" Avenali resta al servizio del Poggio Mirteto: «Smettere? Ci penso ma poi...»

Patrizio Avenali
RIETI – La prossima stagione agonistica sarà la ventitreesima sui campi di calcio per Patrizio Avenali, uno dei difensori sabini più forti che sono emersi nel...

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RIETI – La prossima stagione agonistica sarà la ventitreesima sui campi di calcio per Patrizio Avenali, uno dei difensori sabini più forti che sono emersi nel panorama regionale degli ultimi decenni e che ha indossato nella propria carriera le maglie delle squadre più conosciute nel territorio della provincia di Rieti.


Nato il 15 gennaio 1986, il “Boemo” – come viene chiamato da tutti fin da quando disputava i campionati giovanili - ha giocato nella scorsa stagione con il Poggio Mirteto Calcio in Prima categoria e con la stessa società si presenterà ai nastri di partenza nel 2018/19.

Dove ha iniziato a giocare al calcio?
«Dall’età di otto anni ho disputato tutti i campionati giovanili nel Sabinia (poi divenuta La Sabina) ed un anno sono stato al Settebagni».

Poi il calcio dei grandi…
«Ho avuto l’onore e il piacere di indossare le maglie delle squadre più rappresentative del nostro territorio sabino: La Sabina, Pro Calcio Sabina, Valle del Tevere con le quali ho fatto l’Eccellenza e la Promozione per tanti anni».

Qualche bel ricordo di quei tempi?
«Sicuramente il quarto posto in Eccellenza conquistato con la Pro Calcio Sabina allenata da Maurizio De Mattia nella nostra prima stagione nel massimo campionato regionale ma anche la salvezza ottenuta col Sabinia sotto la guida di Roticiani».

Nello scorso campionato ha giocato con il Poggio Mirteto Calcio?
«Sì, è stata una stagione sofferta ed in alcuni momenti anche un po’ deludente: avremmo preferito di ottenere la salvezza in Prima direttamente sul campo e non grazie ai ripescaggi ma ripartiremo con la voglia di riscattarci avendo la possibilità di mantenere questa categoria».

Sarà la sua ventitreesima stagione di calcio giocato?
«Devo dire che gli anni passano e alla conclusione di ogni stagione penso di smettere: poi mi accorgo che il calcio rimane sempre la tentazione più forte e non riesco a tirarmi indietro, anche per i rapporti di grande amicizia che si instaurano con tanti compagni! Oltretutto giocare con il Poggio Mirteto Calcio regala una sensazione speciale, visto che è una società composta esclusivamente da un gruppo di veri amici che cinque anni fa hanno fatto un autentico miracolo creando questa squadra e dobbiamo rendere merito a questi dirigenti del grande lavoro che stanno portando avanti pur con limitate risorse economiche».

Una volta era tutto più facile?
«Diciamo che giravano più soldi e si reperivano risorse migliori. Purtroppo i “mecenati” non esistono più ed in particolare nel nostro calcio dilettantistico le difficoltà sono aumentate considerevolmente».

Oltre al calcio giocato, la Lazio rappresenta per lei qualcosa di importante?
«Parlare della Lazio per me è qualcosa di sacro e con un gruppo di amici affrontiamo spesso anche le trasferte della squadra biancazzurra sia in Italia che all’estero».

Un calciatore che ammira?

«Sono cresciuto nel mito di Paul Nedved e di Alessandro Nesta: due campioni eccezionali». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero