RIETI – Scena vista e rivista in questa settimana in tv, ma che si è celebrata anche a Rieti. Non solo oggi allo Scopigno - che magari nel Reatino ha più...
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Così anche i giocatori del Rieti e dell’Anzio si sono fermati, prima di giocare, a riflettere sulle parole di Anna Frank, la giovane ebrea tedesca che, in clandestinità ad Amsterdam, ha provato a sfuggire con la famiglia alla morte e ai campi di concentramento voluti dai nazisti. Non ci è riuscita, morendo a 16 anni a Bergen Belsen dopo la deportazione. Ha lasciato, però, un documento simbolo dell’olocausto e di ciò che erano gli anni a ridosso del secondo conflitto mondiale: il suo Diario è una delle opere principali che raccontano la Shoah, assieme a quella di Primo Levi “Se questo è un uomo”.
Per questo la Figc e l’Ucei hanno voluto che si leggesse un passaggio del suo diario prima delle gare; Diario che, oltre alla vita in clandestinità, alle sensazioni di una bambina che diventa donna, contiene profonde riflessioni sulla vita, sul bene e sul male, sul dolore. Questo il passo letto allo Scopigno: “Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità”.
Poi l’appaluso dello Scopigno e la partita. Nella speranza che di antisemitismo, almeno nel calcio, non si parli più. Il Rieti, da segnalare è sceso in campo con il lutto al braccio in memoria di Nadia Silvestri, mamma di Matteo Dionisi, morta a soli 52 anni. Lo Scopigno si è stretto attorno al difensore che ha salutato il pubblico. Il minuto di silenzio, così, ha assunto un doppio valore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero