Rieti, tre italiani fermati in Serbia mentre stavano andando a caccia

Rieti, tre italiani fermati in Serbia mentre stavano andando a caccia
RIETI - Non era certo la prima volta che si recava a caccia all’estero, nei paesi dell’ex Jugoslavia, e mai aveva avuto problemi, anche perchè, essendo stato un...

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RIETI - Non era certo la prima volta che si recava a caccia all’estero, nei paesi dell’ex Jugoslavia, e mai aveva avuto problemi, anche perchè, essendo stato un rappresentante della legge, conosceva i regolamenti in vigore in quei territori. Invece, per Lorenzo Angeletti, ex sottufficiale della Forestale di Rieti, per molti anni in servizio a Monte S. Giovanni e poi alla guida della stazione di Poggio Mirteto, l’ultima trasferta in Macedonia con altri due amici, un avvocato e un veterinario umbri, è finita, prima di giungere a destinazione, in un carcere della Serbia dove il terzetto è stato condotto dopo essere stato fermato dalla polizia locale. L’accusa, secondo quanto filtrato, sarebbe quella di tentativo di contrabbando di munizioni ed è legata al possesso, da parte di Angeletti e compagni, delle cartucce facenti parte dell’equipaggiamento portato dall’Italia. Il fermo è avvenuto la scorsa settimana e, secondo quanto prevede la legge serba, il sottufficiale e i suoi compagni dovranno comparire davanti al tribunale entro trenta giorni. La ricostruzione della vicenda, seguita dalla Questura di Rieti che ha attivato la Farnesina, non è stata ancora delineata in tutti i suoi contorni. Angeletti era partito in macchina con il medico e l’avvocato, accompagnati da una guida locale, entrando in Slovenia, quindi in Serbia per raggiungere la Macedonia, dove il gruppetto aveva programmato la battuta di caccia. A pochi chilometri dal confine, però, il terzetto è stato fermato dagli agenti ai quali ha dichiarato lo scopo del viaggio, mostrando armi e cartucce. Ma qualcosa, forse la mancanza di qualche documento legato al possesso delle munizioni - si capirà meglio nei prossimi giorni - ha fatto scattare il fermo, mentre l’accompagnatore serbo è stato rilasciato.
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Il Messaggero