Rieti, Paolo Bigliocchi si ritira dalla politica attiva: «Ma è molto più facile smettere di fumare»

Paolo Bigliocchi
RIETI - «Più facile smettere di fumare che smettere di fare politica. Ma ci proverò». Paolo Bigliocchi spegne la pipa e prova a infilare nel cassetto dei...

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RIETI - «Più facile smettere di fumare che smettere di fare politica. Ma ci proverò». Paolo Bigliocchi spegne la pipa e prova a infilare nel cassetto dei ricordi 27 anni di (onorato) servizio alla città. Cominciò nel 1990, alla scuola arrembante e rutilante di Benito Graziani, che lo portò a fare il sindaco (socialista) di Rieti dal dicembre 1992 a dicembre 1993, dopo una stagione giovanile giocata molto a destra. Poi, dal 1994 al 2012, la traversata nel deserto dell'era Cicchetti-Emili. Nel 2012 il brivido del ritorno al governo, sebbene nella più scomoda delle postazioni di giunta, il Bilancio di un Comune in pre-dissesto.

«Comunque fosse andata, avrei lasciato il passo ai più giovani ma è andata male, per me, per la mia lista, e anche se è presto per fare analisi e valutazioni politiche è giusto riconoscere subito e per intero la sconfitta». Bigliocchi se la poteva risparmiare, questa ultima, micidiale campagna elettorale, non fosse altro per dare retta, una volta tanto, al cuore, che nei mesi scorsi gli aveva imposto un (brevissimo) stop. Ma l'imprevista difficoltà della battaglia per la riconferma di Petrangeli aveva richiesto la presenza e il contributo di tutti.
E Bigliocchi non si è sottratto: «Come ho scritto su facebook, salvo collezionare più necrologi che mi piace (ride, ndr), potendo avrei scelto un finale diverso ma la politica non è una favola e il lieto fine non è scontato. Certo, amareggia constatare quanto ormai sia bassa la qualità della domanda politica dei cittadini. E quanto sia alto il rischio che l'offerta si adegui: Antonio (Cicchetti) è persona intelligente, spero che non faccia questo errore».
Si spieghi meglio.
«Beh, se la città vuole davvero crescere, aprirsi, reclama giustamente opportunità per i giovani poi la differenza non la può fare il taglio di un cedro. Giusto o sbagliato che sia stato, le cose vanno poi riportate nelle giuste proporzioni. Ma alla fine sono i cittadini con le loro valutazioni a fare la differenza. Dispiace quando interessi e visioni individuali e soggettive prendono il sopravvento su una visione complessiva della città. Antonio ha promesso molto, ma credo che dovrà fermarsi un po', guardare le carte e poi muoversi di conseguenza».
E lei che farà?

«Non ho mai avuto altri interessi o impegni fuori dalla politica, sarà difficile reinventarmi le giornate. Ma ci proverò. Pensavo di chiamare Giacomo Marchioni per chiedergli se mi insegna a pescare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero