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RIETI - A Rieti esiste una sorta di “dinasty” della bicicletta caratterizzata da alcune famiglie che da innumerevoli decenni hanno contribuito a scrivere ininterrottamente la storia cittadina delle cosiddette due ruote a pedali, a partire dalla gloriosa generazione dei Leoni, di cui Adolfo – vincitore di una Milano-Sanremo, di 17 tappe del Giro d’Italia e di una del Tour de France, nonché campione del mondo dei dilettanti a Copenhagen nel 1937 – seppur originario di Gualdo Tadino è stato il massimo alfiere. Meno noto, suo fratello Amedeo il quale, dopo essere stato per anni il meccanico del glorioso parente, gestì per decenni nel dopoguerra un negozio di biciclette in via Cintia, dove oggi c’è un bar, dirimpetto a via Sant’Agnese e alla sede dell’Inps. Fu lì, e finalmente arriviamo al punto, che Bruno Tozzi maturò una lunga esperienza per poi mettersi in proprio e aprire a sua volta nel 1961 un negozio di vendita e riparazione di biciclette nella vicina via di Mezzo, cambiando sede attraverso gli anni fino a stabilirsi definitivamente dal 1980 al numero 20, dove oggi manda avanti l’attività il figlio Filippo. Leoni, Aguzzi, Pitoni – questi ultimi già raccontati sulle pagine de Il Messaggero di Rieti – e infine Tozzi sono i nomi di riferimento in città per chiunque voglia inforcare una bicicletta per diporto, per fare attività da cicloamatore, oppure sportiva, anche se in netto calo.
Il punto. “Un fatto a certo – spiega Filippo all’interno della bottega che si affaccia dove, come in ogni negozio-officina, tra cerchi, mozzi, raggi, pignoni, copertoni, forcelle e altro – regna il classico “caos ordinato” in cui solo il titolare sa raccapezzarsi – non importa come e perché, ma ci sarà sempre chi andrà in bicicletta.
Il Messaggero