Rieti, Real Sebastiani ufficializza il biennale a Federico Loschi: «Progetto ambizioso, sono pronto»

Federico Loschi in maglia Eurobasket (foto Gabriele Tamborrelli)
RIETI - Il Real Sebastiani Rieti ufficializza il biennale con la guardia/ala Federico Loschi, che avrà la maglia numero 11. ...

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RIETI - Il Real Sebastiani Rieti ufficializza il biennale con la guardia/ala Federico Loschi, che avrà la maglia numero 11.


La carriera
Loschi nasce a Treviso il 9 febbraio del 1990 e muove i suoi primi passi nel basket nelle giovanili della Benetton Treviso, maturando esperienze anche con le nazionali Under 16, 18 e 20. Ha esordito in Serie A Dilettanti con la maglia del Riva del Garda nel 2008-2009 prima di trasferirsi nella stagione successiva nell’U.C. Piacentina. Nel 2010-2011 si trasferisce a Casalpusterlengo e nel 2011 firma con la Leonessa Brescia: 105 presenze e 770 punti in quattro stagioni arrivando a disputare la semifinale playoff promozione. L’anno seguente passa a Scafati, dove vince la Coppa Italia di Serie A2 ed arriva ancora una volta alla semifinale promozione collezionando complessivamente 44 presenze e una media di 7,1 punti per match. Rimane nella stessa categoria anche la stagione seguente, a Recanati. Nel 2017-2018 passa a Trieste dove vince la Supercoppa LNP e conquista la promozione in Serie A, poi il passaggio all’Eurobasket Roma dove, nella prima stagione colleziona 28 presenze e 12,1 punti di media a partita. L’ultima esperienza, prima del lockdown è stata con la Tezenis Verona, in A2: 61 punti in 8 gare, col 70% della realizzazione da dentro l’area.

Le dichiarazioni

«Vengo da tanti anni di serie A, campionati vinti e stagioni di primissimo livello, alla serie B sinceramente non ci avevo mai pensato, ma quando mi è stato detto che la Real Sebastiani Rieti aveva chiesto di me e che avrebbe fatto di tutto per portarmi a Rieti, ho intuito che si trattava di un progetto importante e ambizioso. Personalmente sono pronto per questa nuova avventura, da vivere all’interno di un gruppo costruito con oculatezza in ogni reparto: c’è assortimento, rosa lunga e tanta, tanta qualità. Conosco già Marcos Casini perché più volte ci siamo affrontati da avversari, con Diomede ho condiviso alcune esperienze nelle rappresentative nazionali giovanili, ma anche gli altri li ho già visti giocare. Righetti? Il coach non ha bisogno di presentazioni, la storia del basket italiano parla per lui e poter essere allenato da un che da giocatore ha ricoperto il mio stesso ruolo, non può che essere un vantaggio: sicuramente saprà correggermi un tiro sbagliato o un’uscita dai blocchi poco efficace». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero