Coronavirus, anche 6 ex Rieti tra i giocatori che hanno aderito alla protesta della Giba: «Anche noi pretendiamo rispetto»

Carlo Fumagalli e Mattia Melchiorri
RIETI - Hanno scelto il Primo Maggio, una data non casuale in quanto Festa dei lavoratori, per ribadire e lanciare il loro messaggio, coloro i quali come attività...

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RIETI - Hanno scelto il Primo Maggio, una data non casuale in quanto Festa dei lavoratori, per ribadire e lanciare il loro messaggio, coloro i quali come attività lavorativa hanno quella di giocare a basket. Molti giocatori di Serie A2 e B stanno aderendo in queste ore all’appello della Giba (Giocatori italiani basket associati), una organizzazione che tutela i diritti degli atleti della pallacanestro e che è a stretto contatto con la Lnp.


Al momento tra questi ci sono anche Reatini ed ex, da Carlo Fumagalli a Mattia Melchiorri, fino ad Alberto Conti, Giovanni Carenza, Nicola Savoldelli e Marco Passera.

Il messaggio
Sui profili social in queste ore, insieme all’immagine dei giocatori aderenti compare il messaggio: “Anche io pretendo rispetto e tutele per i giocatori dilettanti. Buon primo maggio a tutti” seguito dall’hashtag #noisiamolavoratori.

A fare da apripista al messaggio era stato, lo scorso 25 aprile il vicepresidente della Giba, Mario Boni, il quale in una intervista sul quotidiano cattolico  “Avvenire” aveva parlato del basket al tempo dell’emergenza sanitaria Covid-19, della natia Codogno. “Non è accettabile che i giocatori non vengano pagati – aveva detto Mario Boni- molti giocatori fanno del basket il proprio lavoro: se un club non paga sia penalizzato o estromesso dal campionato”. Al prestigioso quotidiano cattolico, Boni aveva parlato degli  atleti e del problema dei giocatori non pagati in questo momento così delicato.

La situazione
Ad oggi la Lega in accordo con Giba si è mossa solo per la A1 raggiungendo un accordo sulla riduzione del 20 per cento della retribuzione lorda complessiva sugli ingaggi di allenatori e giocatori superiori ai 50 mila euro per la stagione 2019/20, per gli atleti con redditi inferiori sono invece scattate tutele diverse.

Tornando invece al problema molto sentito nel mondo dilettantistico, visto che in Serie A2 e Serie B per la maggioranza degli atleti il basket è l’unica fonte di reddito, indispensabile per garantire una vita dignitosa ai giocatori stessi e alle proprie famiglie, è ora arrivata la presa di posizione dell’associazione.


Le parole del vice presidente della Giba, Mario Boni   a tutela della base dei lavoratori del mondo del basket, sta avendo un vasto eco e sono partite le adesioni dei giocatori in tutta Italia, Rieti compresa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero