Rieti, Basilicata lascia Pirozzi e riabbraccia la Meloni

Davide Basilicata
RIETI - Triplo carpiato con avvitamento e voilà, Davide Basilicata torna accanto a Giorgia Meloni. Non è sfuggita a nessuno la sua partecipazione al blitz pacifico...

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RIETI - Triplo carpiato con avvitamento e voilà, Davide Basilicata torna accanto a Giorgia Meloni. Non è sfuggita a nessuno la sua partecipazione al blitz pacifico della leader di Fratelli d'Italia e di Paolo Trancassini, candidato alla Camera dei deputati, all'interno del centro di distribuzione Amazon di Passo Corese.

Eppure non è trascorso neanche un anno da quel 25 marzo in cui il sindaco di Fara Sabina, attraverso un post pubblicato sulla sua pagina facebook e poco gradito dai suoi followers, ufficializzò l'abbandono di Fratelli d'Italia. Partito nel quale si sentiva stretto, auspicando la formazione di un partito più grande all'interno del centrodestra. Che il primo cittadino farense si stesse allontanando da Fli si era già percepito, pubblicamente, ad ottobre 2016, quando esultò per le unioni civili, esternando una linea opposta a quella tenuta dal partito e facendo saltare dalla sedia buona parte dei suoi elettori. Anche la vicinanza con la Regione di Zingaretti, rappresentata sul territorio negli ultimi cinque anni da Fabio Refrigeri, ha sempre indispettito i militanti di centrodestra più tradizionalisti. Pronti però a sostenerlo alle Regionali. Del resto, il suo sostegno a Sergio Pirozzi lo aveva sbandierato ai quattro venti. Un appoggio che aveva fatto presagire la sua candidatura nella lista dello Scarpone, quotata, secondo i bene informati, al 99%. Furbescamente, però, Basilicata è restato in silenzio fino a quando le spaccature del centrodestra sono diventate insanabili e Pirozzi è rimasto senza partiti. Quando la sfida si è fatta dura (e la poltrona meno sicura), il primo cittadino che da grande vuole fare il politico ed è abituato alla vittoria, come nel gioco dell'oca è tornato al via, ed è rimasto fermo un turno. Non chiedetegli però di ufficializzare appartenenze e sostegni, perché, conoscendolo, adesso non risponderà. Il 5 marzo, quando si conosceranno gli esiti elettorali, magari saprà essere più chiaro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero