«Vogliamo una città senza barriere» L'Atev e il mondo del volontariato si appellano alle istituzioni locali

«Vogliamo una città senza barriere» L'Atev e il mondo del volontariato si appellano alle istituzioni locali
RIETI - «Vogliamo una città costruita senza barriere». Lo hanno gridato forte i numerosi partecipanti alla marcia del volontariato, che sabato ha chiuso la...

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RIETI - «Vogliamo una città costruita senza barriere». Lo hanno gridato forte i numerosi partecipanti alla marcia del volontariato, che sabato ha chiuso la quarta edizione di Rieti città senza barriere. L’iniziativa, nata da un’idea di Mariano Gatti, presidente di Atev, associazione per la tutela dell’età evolutiva e portata avanti con la preziosa collaborazione della Casa del volontariato di Rieti, vede al centro la volontà di cambiamento e la necessità di azioni concrete, in questo mondo dove troppo spesso le persone con disabilità vivono situazioni di disagio ed esclusione.


«Il mondo del volontariato si è fatto ancora una volta portavoce delle istanze dei più deboli – hanno commentato Paola Mariangeli e Maria Serena Mercantini dalla Casa del Volontariato – Devono essere però le istituzioni, insieme al mondo economico e delle imprese, a raccogliere queste istanze. I discorsi tenuti in occasione della Marcia dal sindaco e dal vescovo, hanno offerto input importanti alle nuove generazioni, siamo sulla strada giusta».

Ancora una volta gli amministratori sono stati sollecitati a passare dalle parole ai fatti. Mariano Gatti aveva nei giorni scorsi lanciato un appello: la sua paura è che si predichi nel deserto e che si resti ancora per chissà quanto, in attesa di un reale abbattimento delle barriere. La manifestazione è servita come spunto di riflessione per accendere i riflettori sulle tante difficoltà che ci sono nell’ottenere un mondo alla portata di tutti. La speranza degli organizzatori è che il prossimo anno le realtà imprenditoriali, le associazioni di categoria, le istituzioni tutte, prendano impegni seri, che portino a vivere davvero in una città pienamente accessibile a ciascuno.

Questa quarta edizione è stata ricca di eventi che hanno parlato al cuore di studenti, futuri costruttori del mondo, operatori sociali e sanitari, genitori e familiari di persone con disabilità, amministratori, cittadini tutti. Nella mente di chi ha partecipato resteranno le parole dei genitori, felici di aver preso parte all’incontro su sessualità e disabilità, tematica scottante, che resta spesso nell’ombra. Resterà anche il coraggio e la fede del motociclista con la gamba d’acciaio Emiliano Malagoli, o la forza di Clara Podda, campionessa paralimpica, la partecipazione degli studenti che hanno provato il basket in carrozzina o i sorrisi dei bambini, protagonisti dei vari laboratori promossi dalle tante associazioni coinvolte.


Resteranno però, purtroppo, anche tutte le auto parcheggiate impropriamente sulle strisce gialle, o quelle ingombranti ferme davanti le rampe d’accesso. La speranza è che i fischietti dei vigili non debbano più richiamare all’ordine, nel giorno in cui, finalmente, il rispetto avrà avuto la meglio sull’inciviltà.

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Il Messaggero