C'è che non si arrende al Covid: riapre i battenti lo storico Bar Deli

C'è che non si arrende al Covid: riapre i battenti lo storico Bar Deli
RIETI - Il “caffè delizioso” – come venne ribattezzato in una in una delle tante serate trascorse tra amici negli anni ‘70 all’interno del...

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RIETI - Il “caffè delizioso” – come venne ribattezzato in una in una delle tante serate trascorse tra amici negli anni ‘70 all’interno del vecchio Bar Deli – mantiene il suo gusto, si rifà il look e torna alla ribalta sulla scena delle grandi tradizioni cittadine. Perché quella che si respira in questi giorni a via Sacchetti Sassetti è un’autentica ventata di storia della Rieti che era e torna ad essere grazie all’inaugurazione del “Deli Cafè”, il ritorno in grande stile (e grandi spazi) della famiglia Deli, a Rieti sinonimo del primo bar cittadino per chiunque fosse in uscita o diretto verso la Salaria per Roma.

Un presidio da libro di storia dell’imprenditoria reatina, fondato nel 1973 da Giuseppe Deli e, dopo la sua prematura scomparsa nel 1980, portato avanti negli anni dalla seconda generazione dei figli Massimo e Giuliano i quali ora, per mano della terza generazione, vedono tornare in auge la storia della famiglia nel mondo del caffè cittadino. 

L’impresa. Ceduta diversi anni fa la gestione dello storico bar all’angolo tra via Salaria e via Sassetti, da sabato scorso, giorno dell’inaugurazione, la famiglia Deli si è ripresa spazio ad appena qualche metro di distanza, nei locali che furono in origine dell’ex Standa e, fino a qualche mese fa, di un negozio di prodotti biologici. La genealogia familiare però, nel frattempo, si è intrecciata persino con il sisma del 2016 ad Amatrice: «Fino alla notte del terremoto, lavoravamo e vivevamo ad Amatrice – raccontano Patrizio Paolini e la compagna Martina Deli, figlia di Massimo - Quando però abbiamo capito quanta incertezza c’era sul futuro del paese, abbiamo scelto di vivere a Rieti». E a quel punto, pian piano, matura l’idea «di far tornare ai vecchi fasti il nome del primo bar di Rieti. Così, quando lo scorso anno ha chiuso “Natura Sì” ci abbiamo riflettuto e, con molta calma, abbiamo avviato il contratto d’affitto e i lavori di ristrutturazione del nuovo locale».

Negli anni ‘70 Rieti era così piccola e in espansione «che il Bar Deli veniva identificato come il locale al di là di Porta Romana», ricorda Martina, in un luogo dove, al confronto con ora, non c’era quasi nulla, né case, né uffici e né, tantomeno, la caserma dei vigili del fuoco: «I primi tempi il bar faticava ad ingranare – racconta ancora Martina, sulla scorta delle storie tramandate in famiglia – Poi fu messo un cartello sulla Salaria, all’altezza dell’incrocio con Fonte Cottorella. Sopra, c’era semplicemente scritto “Bar”, ma da quel momento iniziò il boom e la storia del locale». 

Pasticceria e  bistrot. Ora al centro dell’attenzione non c’è più soltanto la caffetteria, ma anche la pasticceria e persino un bistrot: «Puntiamo a creare un locale di livello medio-alto, a favore di un target giovane e che lavori utilizzando soprattutto prodotti delle aziende del territorio reatino. Il bistrot? In un orario come quello del pranzo, ci piaceva l’idea di offrire un punto di riferimento a chi lavora in banca e negli uffici».

Tanto nella cucina del “Deli Cafè” c’è un’altra certezza, Giuseppe, cuoco e fratello di Martina che del nonno, oltre alla passione, ha ereditato anche il nome: «Oltre a dare lavoro alle nostre famiglie, ci siamo impegnati per aiutare quanta più gente possibile – concludono Patrizio e Martina - Per ora siamo a cinque dipendenti esterni, ma quando dopo le chiusure la situazione riprenderà, puntiamo ad allargare lo staff». Tradizione ed esperienza, di certo, non mancano.

 

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Il Messaggero