RIETI - A Forano, lo scorso 4 aprile, doveva tenersi una raccolta di sangue. I donatori erano già stati contattati, l’organizzazione della giornata era partita...
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I PROBLEMI
La necessità di aumentare le raccolte di sangue nelle varie sedi era emersa nell’ultima assemblea annuale dell’associazione, durante la quale però emerse anche problematiche di tipo organizzativo. «Problemi - ci tiene a sottolineare Zelli - non dipesi dall’Avis, che ha il solo compito di contattare i donatori e garantire così un numero minimo di sacche di sangue. E’ il Servizio Trasfusionale che ha l’onere della logistica e della preparazione dei materiali necessari alla raccolta. Invece ogni volta i problemi sono molteplici: dai ritardi del personale addetto, al malfunzionamento delle strumentazioni: una volta non funzionano le bilance pesa-sacche, una volta manca l’emoglubinometro, una volta il camminatore che porta il materiale arriva tardi o i medici non trovano la località dove si effettua la raccolta. Continue mancanze di rispetto verso chi, pazientemente e periodicamente, attende la donazione».
Zelli chiede a gran voce di risolvere tali problemi, ringraziando i donatori «per la pazienza e la costanza dimostrata». Non tutti però sono stati pazienti e costanti: c’è chi ha, purtroppo, fatto sapere all’associazione che non si recherà più a donare a causa soprattutto dei lunghi tempi di attesa. Problemi da risolvere rapidamente, altrimenti si rischia di continuare a perdere i donatori per strada. «Sarebbe una sconfitta per tutti - dice Zelli. - Per conquistarne uno impieghiamo davvero tanti sforzi. Oggi da 6.000 sacche l’anno siamo scesi a 4.500 circa. A livello regionale ne mancano 24mila, ma voglio essere ottimista e propositivo: spero che le cose miglioreranno e tutti insieme contribuiremo al raggiungimento della carenza di sangue nella nostra Regione. E’ necessario, però, un cambio di rotta per uscire da questa fase, che dura oramai da troppo tempo».
LA SITUAZIONE
Il Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale è diretto da Erminia Gentileschi. Al momento, con la caposala, lavorano tre dottoresse e diversi infermieri. «La parte organizzativa ha mostrato delle carenze - conferma la direttrice della Asl reatina D’Innocenzo. - Diverse sono le criticità che vanno risolte. Noi ce la stiamo mettendo tutta. E’ necessario, però, non essere divisi e sottolineare quello che di positivo già esiste». Un miglioramento potrebbe vedersi nelle prossime ore: è infatti atteso in settimana l’arrivo di un nuovo medico che opererà al Centro Trasfusionale del de Lellis. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero